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Taranto Isolaverde: “Dove sono quei 950.000 euro?”

I lavoratori della società partecipata della Provincia di Taranto, ‘Taranto Isolaverde’, proseguono nell’azione di protesta intrapresa nella giornata di mercoledì. Oltre al presidio sulla SS 106 e l’occupazione di uno stabile abbandonato infatti, da ieri occupano simbolicamente la stanza della Presidenza della Provincia.

Ad esasperare ulteriormente i 231 lavoratori della società partecipata messa in liquidazione per mancanza di risorse, oltre alla questione degli stipendi arretrati (hanno incassato l’ultimo stipendio ad aprile e sono in solidarietà al 50% sino a novembre: in parole povere, portano a casa ogni mese tra i 250 e i 300 euro; e pare che ieri da Roma siano arrivate garanzie per la mensilità di maggio), vi è la totale mancanza di chiarezza in merito ai famosi 950.000 euro fondi residui della gestione del ciclo rifiuti, che secondo quanto dichiarato anche ieri dai dirigenti della Regione Puglia, sarebbero in dotazione della Provincia.

Per poterli utilizzare però, l’ente ionico avrebbe dovuto cambiarne la destinazione d’uso: operazione che sino a ieri non era stata ancora fatta. A tal proposito, ieri è intervenuto l’assessorato regionale all’Ambiente con la seguente nota: “In merito alla richiesta formulata dalla Provincia di Taranto, relativa alla rimodulazione parziale del Piano degli Interventi Ambientali della stessa Provincia, e relativa nello specifico alla sostituzione degli interventi originariamente previsti a sostegno del soggetto istituzionale subentrante ai Consorzi ATO-rifiuti, a favore di accordi di collaborazione con le ARO e le Amministrazioni Comunali per la promozione di interventi straordinari di rimozione dei rifiuti abbandonati e dei rifiuti contenenti amianto abbandonati sulla viabilità extraurbana comunale e provinciale, si comunica che i competenti uffici regionali stanno completando la relativa istruttoria. Preme sottolineare che le relative risorse sono già nella disponibilità della Provincia e che, in ogni caso, la modifica richiesta deve risultare coerente rispetto all’attuazione dell’intero Piano”. In pratica è l’ennesima conferma di quanto dichiarato in un incontro tra le parti lo scorso giugno. Perché la Provincia su questo tema tituba? Perché non si danno risposte certe e chiare ai lavoratori? Salvatore Stati dello Slai Cobas di Taranto denuncia “la totale inettitudine di questa amministrazione”.

Ed in più lancia il sospetto che in realtà “quei fondi siano stati già spesi dal presidente Tamburrano. Non è un caso che ogni volta che si tocca l’argomento appare subito in difficoltà: qui è in ballo la sopravvivenza di centinaia di famiglie, ci vuole serietà e rispetto”. Gli stessi quesiti se li pone la Filcams Cgil di Taranto: “Che fine hanno fatto i 950.000 euro che la Provincia avrebbe potuto utilizzare per i lavoratori di Taranto Isolaverde? Perché Tamburrano preferisce non rispondere, non presentandosi nemmeno al lavoro?”. Dopo mesi di richieste “Tamburrano non sa spiegare come mai i fondi residui della gestione del ciclo rifiuti, a cui sarebbe bastato cambiare la destinazione d’uso, in accordo con la Regione Puglia, non sono stati utilizzati. Mentre i lavoratori e le loro famiglie stanno oltrepassando la soglia della disperazione, chi ha responsabilità abbia il coraggio di parlare perché il silenzio, in questi casi, è colpevole. Come Filcams Cgil chiediamo che il presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano risponda innanzitutto ai lavoratori che fine hanno fatto i 950.000 euro, perché finora non sono stati spesi e quindi quale fine deve fare la società Taranto Isolaverde. Il presidente non si nasconda, il presidente si assuma le proprie responsabilità”.

Da tempo denunciamo che sui conti della Provincia di Taranto più di qualcosa non torna. Ora però occorre essere seri e leali, portando rispetto nei confronti di lavoratori e famiglie che oltre al danno di non percepire uno stipendio degno di questo nome, si vedono anche beffati dall’incompetenza e dalla vigliaccheria di una classe politica locale sempre più impresentabile.

Gianmario Leone (TarantoOggi)

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