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Marcegaglia: corsa contro il tempo

Ieri a Roma si è tornato a parlare del futuro degli 84 lavoratori del sito Marcegaglia di Taranto, in un incontro al MiSE, al quale erano presenti Manuela Gatta in rappresentanza del ministero, Giuseppe Recchia in rappresentanza della Regione Puglia, Maurizio Dottino direttore Risorse Umane del gruppo Marcegaglia e l’ing. Fabrizio Prete (presidente del gruppo Marcegaglia Buildtech e del gruppo Gabetti Property Solutions S.p.A. controllato dalla Marfin Srl al 38,449% di cui 2,986% attraverso Marcegaglia SpA), e le organizzazioni nazionali e territoriali di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e le Rsu.

Prosegue dunque l’operazione di ‘scouting’ della Marcegaglia affidata alle società di consulenza ‘Praxi’ e ‘Wollo’, alla ricerca di investitori interessati alla reindustrializzazione del sito tarantino. Operazione non semplice, in quanto i tempi sono piuttosto stretti in quanto il tutto deve avvenire entro il mese di novembre: tra quattro mesi infatti, scadrà la cassa integrazione straordinaria per gli 84 lavoratori del sito tarantino. Proprio per questo uno dei contatti stabiliti in queste settimane si è raffreddato: nella riunione di ieri però, il gruppo lombardo ha confermato che nelle ultime settimane sono stati avviati contatti proficui con un gruppo industriale, con cui vi sarebbero compatibilità sia nelle tempistiche che con la tipologia dello stabilimento tarantino, che con il numero dei lavoratori da reimpiegare. Entro la fine di agosto si saprà se l’operazione potrà andare avanti o meno. Sempre da par suo, il gruppo Marcegaglia ha confermato il proprio impegno ad individuare nel minor tempo possibile una nuova soluzione industriale e la disponibilità a trasferire, ovviamente attraverso un incentivo economico, 5/6 unità lavorative in un’altra sede del gruppo.

Ricordiamo che la riconversione del sito Marcegaglia a Taranto è fallito per un motivo molto semplice: perché l’azienda che sarebbe dovuta subentrare e con la quale fu firmato un accordo lo scorso 3 dicembre, la piemontese Otlec, è andata in gravi difficoltà finanziare. Motivo per il quale le banche hanno chiuso i cordoni, visto che mancavano le dovute garanzie e visto che gli istituti di credito avrebbero dovuto finanziare il piano industriale presentato dalla stessa Otlec mesi addietro. L’amministratore unico dell’azienda, Renzo Imasso, durante l’incontro del 28 maggio dichiarò che a causa di disaccordi fra soci e del mancato ottenimento delle necessarie garanzia bancarie si trovava nell’impossibilità di dare attuazione al Piano industriale.

I sindacati, dal canto loro, stigmatizzarono il comportamento della Otlec che di fatto ha causato la perdita di mesi utili al programma di reindustrializzazione del sito seguendo altre strade. Sostenendo anche che queste azioni hanno determinato un forte danno per i lavoratori e per lo Stato per l’utilizzo evitabile degli ammortizzatori sociali. La Regione Puglia durante quell’incontro per conto del suo rappresentante Di Schiena, sostenne anche che la valutazione della fattibilità del Piano riguardava l’esistenza delle condizioni previste dai bandi per accedere al cofinanziamento del Piano e che il fallimento dell’iniziativa fu determinato esclusivamente dalla sopraggiunta difficoltà economica della Otlec, che non consentì la presentazione delle necessarie garanzia bancarie. Durante l’incontro di ieri l’ente regionale si è detto disponibile ad effettuare verifiche per eventuali ammortizzatori sociali da destinare ai lavoratori ed a supportare qualunque operazione di reindustrializzazione del sito.

Le organizzazioni sindacali sono invece tornare a chiedere l’individuazione, nel più breve tempo possibile, di una soluzione per recuperare il periodo di CIGS, che era stata attivata durante la vicenda Otlec e poi fallita. Per questo hanno chiesto di effettuare una verifica presso il ministero del Lavoro e la Regione Puglia per la continuità degli ammortizzatori applicabili ed hanno sollecitato un’informativa sull’attività di scouting portata avanti dagli advisor per conto del gruppo Marcegaglia. Il rappresentante del MiSE si è invece impegnato a programmare quanto prima un incontro presso il ministero del Lavoro ed ha aggiornato le parti il prossimo 8 settembre. Nella speranza che non sia un’altra disfatta.

Gianmario Leone (TarantoOggi)

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