Si tratta dell’impianto dove l’8 giugno si è verificato il tragico incidente che ha coinvolto Alessandro Morricella, l’operaio 35enne deceduto il 12 giugno a causa delle gravi ustioni riportate dopo essere stato investito da un getto di vapore. Ricordiamo che nei giorni scorsi il gip Rosati ha confermato il sequestro senza facoltà d’uso dell’Afo 2 perché l’impianto non presenterebbe “i requisiti minimi di sicurezza” e ha accusato l’azienda di essersi “affrettata a piazzare artigianali barriere metalliche di protezione in prossimità dei punti più pericolosi”. Lo stesso gip ha sollevato dubbi di legittimità costituzionale rispetto al decreto recentemente varato dal Governo per consentire l’utilizzo dell’altoforno sequestrato. Da qui la decisione di Rosati di inviare gli atti alla Corte Costituzionale.
Nel verbale della riunione tra azienda, sindacati e RSU, si legge quanto segue: “Le organizzazioni sindacali, preso atto di quanto emerso nel corso della riunione anche in relazione al tema della sicurezza degli impianti e la tutela lavorativa e giuridica del personale addetto sono nell’impossibilità di fornire una chiara indicazione allo stesso personale per i turni seguenti”. Le parti dichiarano, quindi, “la propria impossibilità a concertare una linea di comunicazione e di comportamento che garantisca, ove mancasse, la presenza minima atta a fornire le condizioni di sicurezza dell’impianto e degli stessi lavoratori”. Intanto, i Carabinieri hanno riferito all’Ansa che “non c’è alcun provvedimento nuovo della magistratura, che l’impianto è già sotto sequestro e non si sta procedendo allo spegnimento”. Sedici dipendenti dell’Ilva e tre della ditta d’appalto Semat sono stati denunciati per violazione di sigilli.
In una nota stampa congiunta, Fim, Fiom e Uilm entrano nel merito di quanto avvenuto: “In attesa di sviluppi chiari e definiti – si legge – preso atto di quanto emerso nel corso della riunione odierna, in termini di garanzie, chiediamo all’azienda di adoperarsi immediatamente al fine di assicurare oltre a quanto previsto dalle norme di legge e di contratto, di porre in essere ogni eventuale tutela giudiziaria presente e futura nei confronti dei lavoratori interessati”. Fim, Fiom e Uilm considerano “i lavoratori privi di qualsiasi responsabilità diretta nella vicenda, e per quanto tali, non devono essere coinvolti da provvedimento alcuno anche e soprattutto in termini di sicurezza e salvaguardia impiantistica”. Infine, i sindacati annunciano di voler garantire la costante informazione sugli sviluppi e ogni eventuale azione necessaria sul piano giuridico individuale.
Alessandra Congedo
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