«Sussistono esigenze cautelari connesse» con il pericolo di reiterazione dei reati e dell’inquinamento probatorio, ha spiegato il giudice dell’udienza preliminare. Nel respingere l’istanza di revoca della misura cautelare, la dottoressa Gilli parla di un presunto «patto familiare» con cui i Riva, a suo tempo, avrebbero concordato di utilizzare gli utili della gestione societaria nel settore siderurgico.
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