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Teleperformance: vertenza congelata

Dopo oltre 12 ore di trattativa ad oltranza, all’una di notte di venerdì i rappresentanti di Teleperformance e i sindacati di categoria non hanno trovato un accordo, ma hanno scelto di non far saltare il banco decidendo di congelare la vertenza e aggiornarsi nuovamente a Roma il prossimo 10 luglio. In gioco ci sono i call center di Taranto con 2600 addetti, di cui 1600 circa a tempo indeterminato e gli altri con contratto a progetto, e quello di Roma, di via di Priscilla, dove ci sono altre 300 addetti. Sospesa anche la societarizzazione proposta dall’azienda per i due siti. La trattativa non coinvolge invece il terzo call center della società, quello di Parco Leonardo a Fiumicino, che ha altre 500 dipendenti.

La notizia positiva è che nel frattempo “si cercherà di intervenire presso la committenza, anche di concerto con le istituzioni, affinché possano essere previsti per il futuro, e per l’intero comparto, dei livelli di remunerazione sufficienti a garantire la ‘catena del valore’ e quindi la sua sostenibilità economica. E’ necessario che le società di servizi di call center possano essere remunerate il giusto, con dei valori che non possono essere inferiori al costo del lavoro almeno per quanto concerne la committenza pubblica” ha affermato la società. Teleperformance e sindacati dei lavoratori affermano infatti da tempo che le gare al massimo ribasso negli affidamenti sono uno degli elementi più critici del settore. Ma Teleperformance chiede anche maggiore flessibilità del lavoro, il passaggio a 20 ore di lavoro settimanali, la riduzione del peso dei contratti a tempo indeterminato e soprattutto la conferma dell’accordo di due anni fa, che scade a fine mese, che ha già permesso di ridurre il costo del lavoro ma non ha contenuto le perdite economiche di Taranto. Teleperformance lamenta infatti di aver riversato su Taranto, dal 2010 ad oggi, circa 25 milioni tra ripianamento delle perdite e consecutivo aumento di capitale,

Ci giochiamo la partita – ha commentato Andrea Lumino, segretario dell’Slc Cgil -. Per diverse ore, al ministero del Lavoro, le parti erano molto distanti tra loro, adesso non dico che si siano avvicinate, ma, quanto meno, è stata considerata la nostra linea, ovvero che la crisi di Teleperformance – rileva ancora Lumino – non sta solo nell’azienda e nel suo costo del lavoro, ma anche in situazioni che investono tutto il settore come le gare al massimo ribasso per gli affidamenti. Affrontare queste situazioni, significa aiutare Teleperformance, ed è cosa che il ministero del Lavoro si impegnerà a fare insieme al Mise nei prossimi giorni, ma anche dare un sostegno all’intero settore dei call center”. Positivo anche il commento della Fistel Cisl: “La vertenza di Teleperformance ha registrato ieri un importante passo in avanti. Infatti le organizzazioni sindacali sono riuscite a rivendicare un recupero di marginalità su quanto corrisposto dai committenti alle aziende di Call Center. La vertenza aziendale assume quindi i connotati di una vertenza di Settore e le delegazioni Sindacali per la prima volta in una vertenza di settore Tlc non ragionano più su un taglio dei costi del lavoro (che incidono del 70% sul totale) ma provano a recuperare marginalità sul pricing corrisposto dalle committenze”.

Fin dal primo momento – ha dichiarato invece il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova – non ci siamo illusi che quella di Teleperformance fosse una vertenza facile. Eravamo, e siamo consapevoli infatti, dei margini stretti di manovra. Proprio per questo abbiamo messo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione, compresi i contratti di solidarietà, uno degli strumenti più efficaci per garantire i livelli occupazionali in tempi di crisi, rifinanziati proprio nei giorni scorsi. Personalmente continuo a credere – ha concluso Bellanova – che un confronto serio e pacato non possa che giovare a tutte le parti”. Bellanova aveva poi auspicato “un percorso di confronto che porti a considerare concluso il tavolo solo in presenza di un raggiungimento di un accordo”.

 

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