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Porto di Taranto, tra appalti e futuro

In molti negli ultimi tempi sottolineano, non senza una certa ironia e un pizzico di amarezza, come il porto di Taranto sia probabilmente l’unico terminal al mondo che “chiude” e viene “abbandonato” per lavori. L’addio della Taranto container terminal (TCT, controllata da Hutchinson, Evergreen e gruppo Maneschi che, con quote nell’ordine del 50, 40 e 10%), ufficializzato lo scorso 17 giugno ma nell’aria da tempo e programmato dalla stessa società a partire dal lontano 2010, ha gettato nuove ed ulteriori ombre sul futuro economico della città e sullo sviluppo delle tante agognate economie alternative alla grande industria presente sul territorio.

Sia come sia, nella giornata di ieri l’Autorità Portuale di Taranto ha aggiudicato in via definitiva al ‘CONSORZIO 4IT CONSTRUCTION’, con sede a Genova, i lavori di “Riqualificazione della banchina e dei piazzali in radice del Molo Polisettoriale – Adeguamento area terminal rinfuse”. Il Consorzio, risultato primo in graduatoria, ha offerto un prezzo per l’esecuzione dell’appalto pari ad € 7.035.486,58 (€ 6.765.370,28 offerti per lavori ed € 270.116,30 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso, in origine l’importo dell’opera era stato calcolato in 15 milioni di euro). L’Autorità Portuale ha comunicato che procederà alla stipula contrattuale nei prossimi giorni (nei termini previsti dall’art. 11, co. 10 del D.lgs. 163/2006.). Di questo consorzio fanno parte, almeno stando a quanto siamo riusciti ad appurare, le seguenti aziende: la BRC S.p.A., la Tecnoedile srl, CEISIS S.P.A. Sistemi Impiantistici Integrati, tutte di Genova, e l’impresa Ottomano Carmine srl. Quest’ultima impresa appartiene allo consorzio RTI Consorzio Stabile Grandi Lavori SCRL già Impresteel/Impresa Ottomano Ing. Carmine S.r.l./Favellato Claudio S.p.A., che si è aggiudicato i lavori per la “Riqualificazione del molo Polisettoriale ed ammodernamento della banchina di ormeggio”.

Anche questi lavori rientrano nell’Accordo per lo sviluppo dei Traffici Containerizzati nel Porto di Taranto e il superamento dello stato d’emergenza del 26/04/2012 (e rimodulazione interventi con nota 5/CS del 14.1.2013), a cui è stato dato attuazione con il Protocollo d’Intesa del 26 luglio 2012 per la realizzazione degli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto. L’intervento consiste nell’ammodernamento della banchina e dell’area in radice al molo polisettoriale ed è finalizzato al pieno recupero funzionale di aree che ancora oggi non erano nella disponibilità della TCT. Nell’ambito dell’accordo era infatti prevista la riconsegna alla Taranto Container Terminal degli ulteriori 550 m (300 + 250), come previsto dal contratto di concessione (rep. n. 046 del 19.05.1998). L’intervento attiene ad opere strutturali lungo le esistenti banchine in radice, finalizzate a perseguire una molteplicità di scopi: adeguamento della banchina operativa, delle aree di stoccaggio ad essa annesse e della recinzione dell’area in concessione; adeguamento ed ammodernamento della banchina di servizio con riempimento della zona a quota ribassata per portare l’intera superficie a quota +3,0 metri sopra il livello del mare; realizzazione degli impianti elettrici e speciali a servizio delle aree di banchina; realizzazione dell’impianto di drenaggio delle acque meteoriche costituito da un sistema di canalette, fognoli, collettori, impianto di sollevamento e una tubazione in pressione.

I lavori appaltati ieri, secondo le previsioni, dovrebbero concludersi nel giro di un anno ed hanno seguito una procedura accelerata. In origine invece, era stato previsto che venissero ultimati entro dicembre 2015. È il terzo intervento che viene messo in cantiere per l’area del terminal dopo i lavori alla banchina e i dragaggi dei fondali. Resta ora da appaltare soltanto i lavori per la diga foranea, per la quale lo scorso mese è giunto il decreto dei ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali con cui si esprimeva Valutazione di impatto ambientale favorevole al progetto per la costruzione della diga foranea: in queste settimane si sta adeguando il progetto alle prescrizioni del ministero dell’Ambiente.

L’intervento prevede la realizzazione di un tratto di diga foranea, prevista nel Nuovo Piano regolatore del Porto di Taranto, a protezione del porto fuori rada. Il tratto da realizzare ha la funzione di migliorare la protezione dal moto ondoso della darsena polisettoriale e dei relativi accosti. I maggiori oneri derivati dall’attuazione delle prescrizioni saranno a carico dell’Authority ed è stato garantito che non incideranno sul quadro economico dell’opera, il cui costo iniziale era stato previsto in € 14.000.000,00 (Fondi Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – PON Reti e Mobilità 2007/2013). Molti controlli del progetto sono delegati all’ARPA Puglia. Ancora a fine maggio però, l’opera non poteva essere appaltata perché deve arrivare il decreto ex articolo 5 bis della legge 84 del ‘94 col quale si autorizza il dragaggio funzionale alla costruzione della diga. Ma adesso, ahinoi, non c’è più la fretta di un tempo.

Gianmario Leone

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