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Ilva, “Liberi e Pensanti”: «La realizzazione dell’Aia resta un’utopia”

L’8 giugno scorso presso l’Altoforno 2 dello stabilimento Ilva,  è stato coinvolto in un incidente rivelatosi mortale Alessandro Morricella. L’ennesima morte bianca, l’ennesima famiglia in lacrime, l’ennesimo incidente evitabile. Si!! Evitabile, se consideriamo che l’altoforno 5 ha una protezione che difende i lavoratori dalla fuoriuscita di zampilli di ghisa liquida. Di questa protezione sono sprovvisti l’altoforno 2 e il 4. La possibilità di essere investiti da metallo liquido non può, quindi, considerarsi “inspiegabile”, come affermano tecnici e ingegneri Ilva. Lo Spesal, intervenuto in loco, ha prescritto all’azienda l’attuazione di tutti i provvedimenti atti a evitare l’esposizione dei lavoratori al rischio di essere investiti da metallo fuso. Lo stesso ente, però, ha concesso all’Ilva 60 giorni di tempo per realizzare tali interventi, ma nel frattempo, l’altoforno deve “produrre” e i lavoratori devono continuare a rischiare la vita.

Di fatto, nel transitorio, l’unica indicazione fornita ai lavoratori e finalizzata a evitare il pericolo, è quella di cambiare la posizione quando sono impegnati nel prelevare il campione di ghisa (manovra che sarebbe costata la vita al povero Alessandro). Poiché gli operai dell’altoforno sono costretti ad avvicinarsi al foro di colata per eseguire altre attività lavorative, com’è possibile considerare risolutivo l’intervento dello Spesal? E con quale stato d’animo, tensione, paura dovranno operare i lavoratori dell’Altoforno, ripensando alla tragica fine di Alessandro? L’intero stabilimento versa in condizioni di precaria sicurezza, si lavora su impianti fatiscenti e al collasso nei quali ogni giorno noi operai rischiamo la vita. Non abbiamo mai creduto alla “barzelletta” che per realizzare l’AIA, gli impianti debbano marciare. Al contrario di quanto affermano politicanti e sindacalisti, il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, ritiene che la realizzazione dell’AIA sia la vera utopia e il fermo delle fonti inquinanti, la bonifica e il reimpiego degli operai nelle stesse, l’unica soluzione per continuare a lavorare e salvaguardare la salute e la sicurezza di operai e cittadini.

Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti

 

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