“Infatti, la decisione di Teleperformance di avviare le procedure di cessione del ramo aziendale per salvaguardare l’unica commessa ancora in grado di ripagare i costi, oggi gestita a Roma, separandola dal resto dell’azienda, che sarà venduta inevitabilmente o portata in liquidazione, è il frutto anche della concorrenza sleale, creata dalle regole volute dal Governo, regole che mettono fuori mercato tutte le imprese strutturate”, continua l’esponente Cgil. “Politica e Governo, dopo aver annunciato a più riprese un tavolo ministeriale, che avrebbe dovuto affrontare e risolvere i problemi creati dalla nuova normativa introdotta dal Governo, si sono ritirati ignorando il problema. In questo modo, un’azienda che opera per grossi clienti, quali Eni e Enel, si trova a decidere di uscire dal mercato italiano. Se poi risultasse vera la notizia che in Grecia sono state avviate le assunzioni per trasferire anche la commessa Apple, oggi gestita a Roma, ecco determinate le condizioni per lasciare a casa oltre 2.000 lavoratori, dei quali più di mille collocati presso Taranto, città già messa in ginocchio dalla crisi dell’acciaio e del porto”, incalza Azzola.
“Da mesi, ripetiamo che l’unica cosa da fare è allineare l’Italia al resto dei paesi europei, introducendo le regole per garantire la continuità occupazionale nei cambi di appalto: non averlo fatto, determina delle precise responsabilità, in capo al Governo e alla politica, su quanto sta accadendo. Invece, Renzi si preoccupa anche di tagliare quel poco di ammortizzatori sociali previsti per il settore. È ovvio che questi lavoratori, le loro rappresentanze e il sindacato tutto, lotteranno su tutti i fronti e con tutti i mezzi disponibili per salvaguardare ogni singolo posto di lavoro, perso per l’ignavia della politica nell’affrontare i problemi e per l’assenza di responsabilità sociale di una committenza, che sempre più spesso è fatta da aziende di proprietà pubblica”, conclude il sindacalista.
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