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In vela verso la Taranto che vorremmo

TARANTO “Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice”, scriveva il poeta e drammaturgo francese Jean-Claude Izzo. E le sue parole appaiono più vere mentre prendiamo il largo a bordo di Lyra, una barca a vela di 15 metri, messa a disposizione dalla Ionian Sea per la veleggiata promossa da “Made in Taranto”  insieme a Jonian Dolphin Conservation, Molo Sant’Eligio, Ionian Sailing e Circolo Velico Ondabuena. Sono quattro le imbarcazioni che salpano dal molo, dirette verse le isole Cheradi, in mar Grande. Ospitano giornalisti, imprenditori, professionisti e appassionati di fotografia, tutti uniti dal desiderio di promuovere una nuova idea di città a favore del turismo consapevole e solidale. Una veleggiata per la rinascita del territorio fortemente voluta da Gianluca Lomastro, promotore di “Made in Taranto”.

Dal mare Taranto appare una città straordinaria e inconsapevole. Una terra con gli occhi bendati, incapace di godere della propria immagine e delle proprie ricchezze. Dal mare Taranto si fa amare e allo stesso tempo odiare. Amare per quanto di bello ha da offrire. Odiare per quanto di buono ha saputo sprecare. Riflessioni che prendono voce mentre “Lyra” si allontana dalla costa per dirigersi verso le isole di San Pietro e San Paolo. Con noi c’è anche una coppia di turisti tedeschi. Entrambi sorpresi e affascinati da luoghi poco noti o del tutto ignoti, anche per chi – come il marito – ha origini tarantine.

A farci da skipper c’è Giovanni De Pasquale, titolare della Ionian Sea: 33 anni, gran parte dei quali dedicati al mare. Un amore viscerale sbocciato nell’infanzia e maturato nel tempo fino a trasformarsi in una professione. Con la Ionian Sea organizza gite e viaggi a bordo di barche a vela e a motore, catamarani, caicchi. Le mete variano: dal Salento alla Grecia, dalla Croazia al Montenegro. E non mancano iniziative a scopo benefico, come quella intrapresa con l’associazione Albamediterranea. A breve,  la Ionian Sea sarà protagonista della Regata velica internazionale Brindisi-Corfù che conclude un percorso velico esperenziale riservato a soggetti svantaggiati.

Quando raggiungiamo le isole Cheradi siamo già proiettati verso la Taranto che vorremmo. Quella che sa valorizzare le proprie risorse senza piangere sul latte versato, quella che sa progettare il  futuro senza restare intrappolata nel proprio passato, quella che spalanca le porte ai turisti senza farsi cogliere impreparata.  Pensiamo alla Taranto che si ingegna e programma. La Taranto che sostituisce l’apatia con l’intraprendenza, l’autocommiserazione con la tenacia, l’invidia col coraggio, il voto di scambio con la competenza.

Abbiamo trascorso un’ora di navigazione e tutti avremmo voglia di andare oltre. Basterebbe poco, solo un’altra ora di viaggio, per raggiungere la zona più frequentata dai delfini. “Li ce ne sono centinaia – ci racconta lo skipper – esemplari adulti e cuccioli ci vengono incontro ogni volta che passiamo”. Basterebbe davvero poco. Un’altra ora di viaggio. Un’altra visione della vita. Un’altra idea di città. E Taranto non sarebbe più la terra delle occasioni mancate ma quella dei traguardi possibili e dei sogni realizzati.

Alessandra Congedo

 

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