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Cementir: vertice interlocutorio

La Cementir per ora sta a guardare. Ed attende gli eventi futuri per capire quali spazi eventualmente occupare nella paventata “rinascita” di Taranto. Perché al momento il gruppo Caltagirone resta fermo a quanto dichiarò in una riunione del Cda dell’aprile 2013 il presidente e ad Caltagirone jr: ovvero che investire sul sito industriale di Taranto i famosi 150 milioni di euro previsti dal progetto “Nuova Taranto” non conviene. E’ per questo che dal 1 gennaio 2014 il forno della Cementir è stato spento ed a lavorare nel sito tarantino che attualmente produce soltanto il clinker, sono rimasti in 30: in tutto i lavoratori sono 74 e sono sotto cassa integrazione a rotazione. Ammortizzatori sociali che tra l’altro scadranno nella prima settimana di ottobre.

E’ questo, in sintesi, il resoconto dell’incontro che si è svolto ieri a Roma nella sede del Mise, per una verifica del piano industriale della Cementir Italia. A giugno le parti si aggiorneranno, per altri due incontri già in programma, che vedranno anche la partecipazione di Regione Puglia e Comune di Taranto. Ieri l’azienda ha dichiarato al tavolo con i sindacati che non intende ridurre le unità lavorative nel sito ionico. I sindacati hanno chiesto chiarezza per quanto concerne il futuro: sul quale il management della Cementir ha aperto qualche spiraglio, strettamente legato però al prossimo futuro del settore industriale di Taranto. A cominciare da quello dell’Ilva, con il quale l’aziende di Caltagirone avrà nelle prossime settimane un incontro per tornare a parlare dell’approvvigionamento della loppa d’altoforno, residuo della lavorazione del siderurgico, che da sempre è un elemento essenziale per la produzione del cemento.

Approvvigionamento che nel 2013 fu uno degli elementi per cui la Cementir mise in predicato la possibilità di chiudere il sito di Taranto, a causa dell’incertezza sul futuro del siderurgico. Che adesso appare, almeno così sembra, più chiaro e definito. Ma la Cementir è interessata, ovviamente, anche ai lavori previsti al porto. A cominciare da quelli riguardanti la piastra logistica. Proprio con l’Autorità Portuale l’azienda si vedrà a breve per discutere dell’utilizzo della calata allo sporgente IV, sulla quale le due parti ebbero diversi contrasti al termine del 2013. Così come grande interesse la Cementir mostra per il piano di recupero del Borgo Antico di Taranto previsto dall’amministrazione comunale.

Al di là di tutto, al momento c’è da risolvere la vertenza riguardante i lavoratori della Pulisan srl che operano nel settore delle Pulizie Civili ed Industriali, e per cui l’azienda ha annunciato diversi licenziamenti (9 unità full-time su 18 operanti all’interno dello stabilimento Cementir di Taranto). Per ora alla Cementir basta e avanza fare utili con le aziende estere. Mentre qui aspetta sorniona. Del resto, nessuno le mette fretta: tutt’altro.

G. Leone

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