“Esiste infatti un notevole scollamento tra la realtà sul terreno, dove è dimostrato che in alcuni casi gli ulivi risultano effettivamente guariti da ben due anni e la posizione delle autorità italiane, che insistono sulla strategia del taglio e dei pesticidi come soluzione” continuano Battaglia e Frassoni. “Dopo più di due anni non ci sono infatti ancora certezze scientifiche: il caso della Xylella del Salento deve aprire le porte ad una ricerca a 360° che prenda in considerazione anche l’avviso dei batteriologi e le altre opinioni scientifiche in merito. Facciamo anche un pressante appello affinché la Commissione europea organizzi una nuova missione in loco dei suoi servizi competenti e chiediamo che questa volta venga inclusa anche la visita dei luoghi nei quali gli agricoltori ritengono di aver guarito le piante. Solo in questo modo sarà possibile avere una visione completa della situazione, evitando di basarsi su una documentazione scientifica incompleta e su scelte di natura ideologica”.
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