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Vertenza Teleperformance: l’azienda preme per un nuovo accordo e maggiore flessibilità

Teleperformance Italia conferma ai sindacati la preoccupazione per il futuro dell’attività della sede di Taranto in vista della scadenza dell’accordo sindacale prevista per il 30 giugno 2015.  “Persiste infatti una contingenza negativa del conto economico della Società, condizionato dall’andamento non favorevole del mercato e dalla specificità della situazione di Teleperformance, ancora oggi penalizzata dai costi della stabilizzazione del personale “out-bound” che l’azienda, unica nel panorama italiano del settore, ha attuato nel 2007 – si legge in una nota stampa dell’azienda – la somma di queste condizioni negative ha impedito sino a oggi di ottenere i risultati attesi dall’accordo del 2013, che sindacati e dipendenti avevano ragionevolmente approvato e che ha permesso comunque di tentare il rilancio della sede. E’ pertanto necessario avviare nuove trattative per pervenire ad un nuovo accordo, cercando insieme di identificare nuovi strumenti di flessibilità ed efficienza che consentano di proseguire nel progetto di rilancio della sede di Taranto”.

L’azienda spiega che “le cause del perdurare della situazione negativa sono note, e riguardano in particolare la riduzione generalizzata dei volumi delle commesse; le offerte al massimo ribasso da parte delle aziende di call center che spesso si aggiudicano gare a prezzi inferiori ai costi; regole carenti e non in grado di inquadrare la tipicità di un settorel abour intensive, che invece favoriscono possibili speculazioni e azioni di dumping a danno delle imprese più corrette”. L’indice viene puntato contro le istituzioni, colpevoli di aver fornito uno scarso supporto.

Si parte dalle responsabilità del Governo  “che –nonostante la disponibilità di molti parlamentari – a distanza di un anno e mezzo dall’approvazione della Legge Finanziaria 2014 Comma 22 non ha ancora risolto i problemi relativi all’erogazione dei contributi previsti dal Comma 22 alle società “virtuose” del comparto, e quindi di non aver previsto l’inserimento del comparto dei “servizi” (a maggior ragione quello delle grandi imprese labour intensive) nel recente Decreto Taranto”. Sotto accusa finiscono anche le istituzioni locali, colpevoli di non aver favorito “l’utilizzo dei preziosi fondi destinati alla formazione professionale, erogati solo in minima parte alle grandi imprese labour intensive”.

Teleperformance annuncia di voler mettere in atto “tutte le iniziative volte ad attuare il rilancio della sede di Taranto, sia attraverso una sempre più intensa attività commerciale, sia eventuali accordi sindacali che garantiscano la necessaria flessibilità ed efficienza a fronte dei volumi di traffico in discesa e con notevoli variazioni giornaliere/stagionali”. Tra le iniziative è anche previsto un nuovo assetto societario per la presenza in Italia del gruppo Teleperformance, con lo scorporo delle attività acquisite tramite la struttura commerciale della Corporate, che saranno inquadrate in una nuova società: entrambe le società italiane rimarranno di proprietaria al 100% del gruppo Teleperformance escludendo, per il momento, vendite o cessioni di alcuna società.

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