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La Fiom al Parlamento Europeo: “Sull’Ilva si è già perso sin troppo tempo”

Si è conclusa ieri la due giorni della delegazione della Fiom Cgil al Parlamento Europeo per discutere con gli eurodeputati Eleonora Forenza, Edouard Martin, Paloma Lopez Bermejo, Sylikiotis Neoklis, sullo sviluppo di un’industria europea sostenibile dei metalli comuni, documento di lavoro presentato alla commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE).

Il primo appuntamento è stato un incontro con gli eurodeputati, i quali hanno ricevuto ed ascoltato la delegazione, che ha relazionato sull’attuale situazione dello stabilimento Ilva di Taranto. Il relatore della commissione ITRE ha sostenuto che, al netto delle posizioni contrastanti, “una politica industriale europea deve essere possibile e che l’impianto siderurgico tarantino possiede tutte le carte per poter essere competitivo sul mercato ma a patto che vengano rispettate le norme ambientali necessarie”. L’obiettivo che, infatti, il Parlamento Europeo si dà per il 2020 è quello di ridurre in modo significativo le emissioni, e in questa ottica l’Europa deve incitare l’Italia “perché venga ambientalizzato l’impianto attraverso anche investimenti da parte della BEI (Banca europea per gli investimenti)”.

La delegazione della Fiom Cgil di Taranto, che era composta da Giuseppe Romano, della segreteria provinciale, e da Francesco Brigati, RSU Ilva, ha espresso forte preoccupazione in merito alla situazione dello stabilimento siderurgico dal punto di vista occupazionale, produttivo, sanitario e ambientale. “A Taranto, per evitare sia la perdita dei posti di lavoro diretti, determinata dall’eventuale chiusura, sia dei posti indiretti, già fortemente ridimensionati a causa dei ritardi e dei mancati investimenti, serve intervenire tempestivamente poiché ad oggi, i ritardi accumulati hanno influenzato negativamente l’assetto produttivo e anche l’applicazione delle prescrizioni previste dall’autorizzazione integrata ambientale” hanno dichiarato durante la loro audizione. Emerge, infatti, dal documento di lavoro che dal 2008 nell’UE sono state soppresse capacità produttive nel settore siderurgico per più di 40 milioni di tonnellate con perdita di oltre 60000 posti di lavoro diretti e più di 100000 posti derivanti dall’indotto.

Edouard Martin ha focalizzato il suo intervento sulle pratiche di concorrenza fra operatori extracomunitari, ma la Fiom Cgil ha ribadito durante l’incontro la necessità di adottare politiche che dovranno evitare la concorrenza sleale anche fra operatori comunitari, sia in modo che non ci sia una pressione al ribasso sui salari dei lavoratori e sia in modo che vengano rispettate le norme per la protezione ambientale. Questa posizione è anche sostenuta da Eleonora Forenza e dagli altri membri del GUE/NGL, i quali hanno annunciato un’ispezione della commissione ambientale ENVI allo stabilimento Ilva di Taranto con la presenza di Martin della commissione ITRE. La Fiom Cgil ha richiesto e ottenuto che la commissione ENVI incontri i sindacati in occasione dell’ispezione che avverrà a novembre.

Il secondo appuntamento della due giorni ha invece riguardato la partecipazione, ieri mattina, della delegazione in commissione ITRE al termine della quale l’eurodeputato ha rilasciato delle importanti dichiarazioni in merito all’interessamento di Arcelor Mittal all’acquisizione dello stabilimento siderurgico di Taranto. Martin ha dichiarato infatti che il gruppo franco-indiano ha incaricato il direttore generale H.P. Orsoni di seguire direttamente gli sviluppi della vicenda Ilva con frequenti visite in loco. “Riteniamo l’incontro costruttivo, consapevoli del fatto che la vertenza Ilva è ben lontana dal risolversi. Pertanto la FIOM-CGIL continuerà a battersi e a sollecitare le istituzioni a tutti i livelli per una risoluzione che coniughi lavoro e salute” hanno dichiarato al termine della due giorni i componenti della delegazione tarantina Romano e Brigati.

 

 

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