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Ilva e mercato europeo dell’acciaio: due iniziative della Fiom Cgil

Domani la delegazione della Fiom Cgil di Taranto incontrerà Eleonora Forenza, GUE NGL, Paloma Lopez Bermejo, GUE NGL, Sylikiotis Neoklis GUE NGL, Edouard Martin, ASDE, membro della commissione ITRE, e verrà presentata una relazione sul tema: “Il futuro del più grande impianto siderurgico in Europa”. Nella mattinata di mercoledì invece, avrà luogo l’incontro con la Commissione ITRE dove E. Martin esporrà la sua relazione sul piano acciaio presso il Parlamento Europeo. La delegazione Fiom Cgil di Taranto presenta “la gravissima situazione in cui si versa lo stabilimento siderurgico, causata esclusivamente dalla cattiva gestione degli ex proprietari – la famiglia Riva – con l’accondiscendenza del governo italiano nei loro confronti, e aggravata dalla condizione di crisi in cui si dibatte la siderurgia europea ormai da anni. La mozione approvata dal Parlamento Europeo di recente – (Risoluzione del Parlamento europeo sul settore siderurgico nell’UE: tutela dei lavoratori e dell’industria (2014/2976(RSP) – giustamente focalizza l’attenzione sulla concorrenza dei produttori extra-comunitari, i quali praticano spesso dumping facendo leva sui più bassi livelli salariali e di tutela ambientale vigenti nei rispettivi paesi”.

Quindi per la Fiom Cgil “è giusto adottare politiche tese a evitare che la più aspra concorrenza fra operatori si traduca in una pressione al ribasso sui salari dei lavoratori e sulle norme per la protezione ambientale. Non possiamo tuttavia trascurare che l’inasprimento della competizione ha riguardato lo stesso mercato comune europeo: purtroppo pratiche di dumping (per es., vendite sottocosto) si registrano anche fra i concorrenti comunitari. Ciò rappresenta un rischio di enorme portata per il futuro della nostra industria siderurgica ed è importante il ruolo che deve e può assumere il Parlamento europeo evitando che la ristrutturazione venga lasciata alle sole forze di mercato, con l’effetto della desertificazione di interi bacini industriali, fra i più antichi del nostro continente”.

Quello che vogliamo affermare con forza – concludono dalla Fiom Cgil di Taranto – è che non esiste una soluzione solo per Taranto o per Florange o per Charleroi. Chi oggi spera che la prossima chiusura riguarderà un altro stabilimento e non quello del suo paese ha buone probabilità di illudersi. Con queste condizioni o si salva la siderurgia europea nel suo complesso o si rischia di assistere a un secco ridimensionamento del settore, che metterebbe seriamente in discussione le prospettive di sviluppo economico dei nostri paesi. Per questo riteniamo che non sia più rimandabile un Piano europeo che affronti direttamente il problema della sovracapacità e della concorrenza interna al mercato comune”.

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