«Tale decisione vede ancora una volta Taranto un “oggetto” con evidente desertificazione sociale ed economica non solo del Porto di Taranto ma dell’economia dell’intera provincia – si legge in una nota stampa – più volte la categoria ha sottolineato la preoccupazione della desertificazione d’investimenti da parte della compagnia cinese nel porto di Taranto, a partire dal novembre 2014 quando gli autotrasportatori scioperarono davanti al Terminal Contener, protesta sciolta con la promessa di riattivazione del servizio Feeder Taranto-Pireo”.
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