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“Amianto: una vita in polvere”: anche il caso Taranto in un convegno a Brescia

Si parlerà di amianto a Brescia quest’oggi nell’ambito del convegno “Una Vita in Polvere: amianto, Salute Bonifiche Battaglie”: all’incontro parteciperà Contramianto e altri rischi onlus con il presidente Luciano Carleo che porterà l’esperienza territoriale dell’associazione nell’area jonica dove l’esposizione ultradecennale all’amianto ha avuto drammatiche conseguenze sulla salute di lavoratori e cittadini anche per la sinergica azione di altre sostanze inquinanti tossiche e cancerogene.

Complessivamente i numeri parlano per Taranto di quasi trentacinquemila esposti all’amianto, dove i settori maggiormente interessati sono quelli di cantieristica e Marina Militare e industria siderurgico. Gli effetti dell’amianto sulla salute di lavoratori e cittadini non lasciano dubbi con un trend ancora in crescita per patologie asbesto-correlate, con eccessi di mesotelioma che a Taranto nell’ultimo ventennio sono stati 316 (dati del Registro Nazionale Mesotelioma COR Puglia novembre 2011).

A Taranto, come rilevato da Contramianto, sono stati oltre un migliaio le richieste di malattie professionali per correlazione all’amianto: 225 i casi dei lavoratori del siderurgico Ilva con patologie legate all’amianto esaminati nel periodo 1997-2005 dalla Medicina del lavoro del Policlinico di Bari, 175 i casi delle patologie causate dall’amianto denunciate all’INAIL di Taranto e precisamente 36 mesotelioma, 61 cancro polmonare, 78 tra asbestosi, placche, ispessimenti. Eppure si sapeva e l’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità alla fine degli anni ‘80 per gli eccessi di mesotelioma a Taranto non ha avuto risposte adeguate in termini di tutela della salute e sorveglianza sanitaria per gli esposti all’amianto, con la richiesta di un programma di controllo ancora oggi inesistente.

Contramianto negli anni ha assistito centinaia di lavoratori e cittadini con la propria Rete di Supporto Sociale: attualmente nella banca dati Contramianto vi sono oltre 200 casi di patologie asbesto correlate, per la gran parte si tratta di operai dell’Arsenale della Marina Militare di Taranto, militari della Marina, operai del siderurgico; nell’ambito dell’azione di tutela sociale e socio-sanitaria Contramianto ha segnalato numerosi casi agli organi istituzionali interessati per le successive azioni di riconoscimento previdenziale e risarcitorio.

Nel 2014 relativamente alle patologie asbesto-correlate in Marina Militare sono stati approfonditi e trasmessi 104 casi alla Procura di Padova che ha centralità nazionale per malattie e morti in marina militare. I 104 casi riguardano operai del Ministero della Difesa dell’Arsenale MM di Taranto e militari della Marina e sono associati per la gran parte a mesotelioma, cancro polmonare e alla laringe, e altre patologie asbesto-correlate tumorali e diverse quali, asbestosi, placche, ispessimenti. In particolare complessivamente e per soli casi di mesotelioma, il tumore di certezza causato dall’amianto, Contramianto ha trattato per Taranto, Arsenale e Marina Militare, ben 54 casi di mesotelioma pleurico, alcuni di questi sono anche abbinati alle attività manutentiva di cantieristica dell’indotto Arsenale. La Banca Dati di Contramianto chiaramente rappresenta solo una fetta della totalità dei casi di mesotelioma registrati a Taranto ma consente di percepire in maniera reale le conseguenze di questo pericoloso cancerogeno.

A Taranto secondo le informazioni acquisite da Contramianto l’uso di amianto è stato diffuso tanto nell’area navale e militare quanto in quella industriale siderurgica con un’azione di bonifica iniziata sul finire degli anni ‘90 che ha confermato grandi quantitativi di amianto presenti nelle officine dell’Arsenale MM di Taranto e nel naviglio militare (oltre 700 tonnellate di amianto rimosso nel periodo 1996-2005 ) e nell’area siderurgica tarantina Italsider/ILVA ( le stime parlano di oltre 4000 tonnellate di amianto smaltito). Oggi il prezzo da pagare per quelle esposizioni è altissimo in termini di irreparabili danni alla salute con indicibili sofferenze per gli ammalati e le loro famiglie.

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