“Le Istituzioni, la regione, gli enti preposti alla promozione del territorio ci promettono collaborazione e sviluppo e crescita del brand da tanto e troppo tempo: solo uno specchietto per le allodole nelle campagne elettorali – continua Lamanna -. E poi? continuano a sottomettersi al volere dello Stato e a svendere Taranto come accadde cinquant’anni anni fa con l’Italsider! Vogliamo continuare ad accettare di essere il cassonetto d’Italia lasciandoci abbindolare dai guadagni facili e di Stato? Il nostro porto non può restare meta solo di petroliere e rifugio per gli immigrati. Nulla in contrario con questi ultimi, ma non si può osservare inermi uno scempio economico che evidentemente interessa a pochi. E’ questa la città candidata a capitale della cultura? È questa la città in cui crediamo e che vogliamo spingere verso il turismo? Continuiamo a vederci scippare tutto, ma fino a quando?”.
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