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Crollo soffitto scuola a Ostuni, Legambiente: “Da anni segnaliamo rischi”

«Quanto accaduto oggi ad Ostuni, su cui andranno fatte tutte le verifiche del caso, pone l’attenzione sulla qualità ed affidabilità delle ristrutturazioni – dichiarano Vanessa Pallucchi, responsabile Scuola e Formazione di Legambiente nazionale, e Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – È grave che in una regione come la Puglia, dotata di edifici scolastici di più recente costruzione rispetto alla media nazionale – stando ai dati dell’indagine di Legambiente “Ecosistema Scuola” – si verifichino incidenti anche in strutture sottoposte a recenti lavori di ristrutturazione. Da tempo segnaliamo all’interno del nostro rapporto l’attenzione al dato che ci indica la presenza di edifici mal costruiti. Le regioni del sud, ad esempio, pur avendo un patrimonio edilizio mediamente più recente, dichiarano di avere necessità di interventi di manutenzione urgenti del 43%, ovvero, di dieci punti percentuali superiore alla media nazionale».

 In Puglia, secondo la quindicesima edizione di Ecosistema Scuola, l’indagine annuale sulla qualità dell’edilizia e dei servizi scolastici, il 58,1% degli edifici scolastici risulta costruito dopo il 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica, contro il 42,1% del dato medio nazionale mentre gli edifici più nuovi e con una minore necessità di interventi di manutenzione urgente sono pari al 29,4% contro il 32,5% della media nazionale. Un risultato che tuttavia trova poche conferme nei dati relativi alla messa a norma degli edifici e acquisizione delle certificazioni, quasi tutti sotto la media nazionale. Solo il 15,5% degli edifici risulta in possesso del certificato di agibilità, il 28,7% del certificato di collaudo statico mentre gli edifici con impianti elettrici a norma sono il 60,6%.

 «Da sempre chiediamo interventi non più a pioggia e a richiesta diretta da parte delle amministrazioni, ma che mettano a regime flussi finanziari e strumenti di programmazione, a partire dall’anagrafe dell’edilizia scolastica, per consentire alle amministrazioni un costante monitoraggio che permetta di intervenire sia sui bisogni ordinari che su quelli straordinari degli edifici» concludono Pallucchi e Tarantini.

 

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