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Xylella, il Tar di Lecce: “La competenza è dei giudici del Lazio”

Il Tar di Puglia, sezione di Lecce, ha dichiarato con un’apposita ordinanza la propria incompetenza territoriale riguardo al ricorso presentato da un avvocato e proprietario di un uliveto di Oria (Brindisi), Giovanni Pesce, che aveva chiesto la sospensiva dei provvedimenti regionali e del commissario per l’emergenza Xylella, in particolare per ottenere lo stop delle eradicazioni. Sarà competente il Tar del Lazio. Lo spostamento della competenza è dovuto all’esistenza di due procedimenti. L’uno, nell’ambito nazionale, che fa capo al decreto del ministro delle Politiche agricole e forestali e si articola nelle delibere e determinazioni regionali; l’altro fa capo alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del consiglio dei ministri, all’ordinanza del capo del Dipartimento della Protezione civile, al piano degli interventi del commissario delegato.

Il secondo “incide” secondo il Tar sulla posizione giuridica del ricorrente, perché è quello che ha portato al contrassegno degli ulivi del focolaio nel territorio di Oria. Così il Tar ha dichiarato la propria incompetenza territoriale, rimandando al Tar del Lazio competente per “le controversie aventi ad oggetto le ordinanze e i provvedimenti amministrativi commissariali adottati in tutte le situazioni di emergenza”. L’ordinanza dei giudici amministrativi pugliesi affronta comunque alcune questioni relative al piano Silletti. In particolare, sostiene il Tar, che ad oggi non è stato adottato nessun atto che disponga l’abbattimento o l’eradicazione delle piante e che le operazioni propedeutiche si sono arrestate al contrassegno in modo indelebile (con ics di vernice rossa) degli olivi insistenti nella proprietà del ricorrente.

Rinviando gli atti al Tar del Lazio, la sezione di Lecce del Tar di Puglia “ha affermato con chiarezza che il Piano del commissario non prevede l’eliminazione delle piante infette nella zona cuscinetto puntiforme individuata in agro di Oria, e che dunque occorrerà attendere un apposito e nuovo provvedimento di eradicazione degli alberi, previa analisi e comunicazione agli interessati”. A sostenerlo in una nota gli avvocati Giovanni e Guido Pesce, proprietari di un terreno a Oria, che hanno presentato il ricorso per ottenere la sospensiva dei provvedimenti sull’emergenza Xylella e in particolare lo stop alle eradicazioni, esprimendo soddisfazione per la decisione della sezione leccese del Tar. “Nella sostanza – proseguono i due ricorrenti – l’esito vede confermata la decisione di sospendere le eradicazioni in attesa di ulteriori provvedimenti. Auspichiamo a questo punto un tavolo tecnico che possa tenere conto delle evidenze scientifiche depositate in atti e soprattutto dell’ultimo parere scientifico dell’Efsa (che è successivo alla decisione della Commissione europea del 23 luglio 2014 e dello stesso decreto ministeriale 27 luglio 2014)”. Da questo parere “risulta che la pratica delle eradicazione degli alberi – concludono i due legali – non ha dato i frutti sperati quanto alla eliminazione della Xylella Fastidiosa in Salento e nel mondo”.

A causa dell’infezione-xylella, “si potrebbe determinare un’assenza di lavoro per 7/8 mila braccianti agricoli in un territorio già fortemente penalizzato dalla grande crisi economica e dall’assenza pressoché totale di realtà industriali”. Lo afferma la Flai Cgil Puglia in una nota nella quale aggiunge che “anche in occasione della presenza del ministro non si è voluto dare spazio alla voce di chi, rappresentando il capitale umano all’interno delle aziende agricole, muove una fetta importante dell’economia e della produzione del territorio salentino”. “L’abbandono delle buone pratiche agricole come potatura, aratura e sistemazione dei terreni, nel corso degli ultimi anni – prosegue – ha determinato un sostanziale calo delle attività connesse a un corretto ciclo produttivo, in assenza del quale non è difficile immaginare come il batterio della Xylella fastidiosa abbia potuto attecchire con evidenti tragiche conseguenze. Riteniamo che le pseudo-ideologie ambientali, per alcuni versi strumentalizzanti, debbano lasciare il posto alle azioni concrete in grado di approntare interventi capaci di impedire l’ulteriore fase di propagazione della Xylella anche con l’uso di quei principi attivi che vengono normalmente adoperati per combattere i parassiti delle piante di ulivo”. “Necessario a nostro avviso – conclude la Flai Cgil – mettere in campo risorse straordinarie, di tipo pubblico da destinare ai lavoratori, per esempio attingendo dal Piano di sviluppo rurale, che generino attività sostitutive in grado di dare occupazione o da impegnarsi, attraverso formazione specifica, in attività di bonifica nel caso di utilizzo di fitofarmaci, attivando strumenti già operativi come i cantieri di cittadinanza, coinvolgendo le amministrazioni locali”.

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