“A oggi – dice l’eurodeputata, che ha anche presentato un’interrogazione alla Commissione europea su questa vicenda – non vi è alcuna dimostrazione scientifica del legame causa-effetto fra il ceppo salentino della Xylella e il fenomeno del disseccamento degli ulivi, dovuto sicuramente anche, e forse principalmente, all’attacco di alcune specie di funghi che bloccano i vasi linfatici delle piante, oltre che ai danni prodotti dalla Rodilegno giallo, una falena, come gli stessi ispettori della Commissione hanno riscontrato nel loro rapporto su un audit condotto in Salento nel febbraio 2014”.
La scorsa settimana in Puglia è stato presentato il piano del commissario Silletti. Secondo questo piano,che ha un budget di circa 13 milioni di euro, ci saranno delle eradicazioni ‘col bisturi’ (un’azione definita dallo stesso Silletti ‘indispensabile’). “Leggendo attentamente il piano – dice D’Amato – si vede che in realtà il controllo chimico del vettore e l’eradicazione delle piante riguarderanno l’intera zona infetta con interventi estremamente aggressivi e distruttivi, altro che bisturi”. Un’azione che “rischia di portare alla desertificazione forzata del Salento”.
Eppure, continua l’eurodeputata M5S, “gli stessi tecnici che la Commissione europea aveva inviato in Salento nel febbraio 2014 riportano affermazioni che contraddicono la fretta con cui si è concluso che la Xylella è la causa che determina il disseccamento. Diversi studi scientifici, poi, indicano che il disseccamento degli ulivi è molto probabilmente dovuto agli onnipresenti funghi, e non alla Xylella, che arriva in un secondo momento, attaccando piante già malate e debilitate. Inoltre, nel suo recente parere scientifico sulla valutazione di rischio della Xylella, la stessa Autorità europea di sicurezza alimentare EFSA evidenziava come sia ‘molto alta l’incertezza e molto bassa la fattibilità tecnica dell’estirpazione, soprattutto nel caso dell’ulivo’. Del resto, in altre vicende simili, come in Brasile o come per la malattia dei kiwi nel Lazio, lo sradicamento si è risolto in un cocente fallimento.
“In totale assenza di rigore scientifico – conclude D’Amato – ciò che temo è che ce la stiamo prendendo con la causa sbagliata e stiamo ignorando le cause reali di questa epidemia, esponendo così altri paesi europei al rischio di ritrovarsi disarmati nella stessa situazione, dopo avergli dato l’illusione di aver contenuto la diffusione della malattia”.
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