Il ddl “è rimasto fermo troppo tempo a Palazzo Madama dopo l’ok della Camera di un anno fa e tutto questo – evidenzia – a causa di pressioni molto forti”. Ma, sottolinea, al Senato “si è risolto una problema chiave, facendo rientrare i reati colposi”. Dunque, ribadisce Realacci, a Montecitorio “ora non va cambiato nulla”. Molte, segnala, “le modifiche migliorative approvate sulla definizione dei reati ambientali, la prima riguarda la definizione del delitto di inquinamento ambientale: non è più una compromissione ‘grave o irreversibile’ dell’ecosistema, né ‘una compromissione o un deterioramento durevoli dello stato preesistente’ ma è diventato ‘una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili’. La seconda prevede aggravanti in caso di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale”.
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