Per la Uilm “non è sufficiente l’impegno governativo fine a se stesso per ambientalizzare, lo ricordiamo, il più grande impianto siderurgico d’Europa, essenziale, comunque, per ritornare a coniugare il mondo del lavoro con l’ambiente e la salute non solo dei residenti a Taranto. Si deve da subito guardare al futuro affinché il colosso siderurgico tarantino, puntello degli asset strategici nazionali e internazionali nel settore, non perda valore dopo il completamento dei lavori per l’Aia”. L’organizzazione sindacale si augura che il presidente del Consiglio Renzi, “come annunciato, oltre a ridare la speranza ai tarantini, dia certezze poiché è solo con esse che si può guardare al futuro con una fabbrica all’avanguardia sia sul piano dell’ambiente sia della tenuta occupazionale”.
“Con il via libera definitivo al decreto sull’Ilva possiamo finalmente tornare a parlare di un futuro per Taranto in termini di occupazione e tutela della salute”. Questo quanto sostiene in una nota il segretario confederale dell’Ugl, Giuseppe Carenza, aggiungendo che “avevamo temuto il peggio per il futuro del territorio ma il Governo ha saputo conciliare due importanti necessità. Ora auspichiamo in una rapida attuazione delle misure, con la massima responsabilità e impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti”. “Incrociamo le dita e speriamo che con questo provvedimento l’Ilva ce la faccia ad uscire dalla grave crisi in cui verte. Non lo chiede solo la siderurgia ma tutta l’economia italiana”. Così il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, ha commentato l’approvazione da parte della Camera del Decreto sull’Ilva, che di fatto ne sancisce la sua conversione in legge.
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