Il suo unico obiettivo è ridimensionare la fabbrica per svenderla a nuovi padroni. Sull’indotto e sui crediti pregressi la situazione non è sostanzialmente migliorata, vi è solo l’impegno dei commissari straordinari dell’Ilva a coprire un terzo con i fondi di cassa della new.co, ma quando non si sa.
Sulle nuove commesse, vi sarà un acconto solo fino ad agosto. Mancando il pagamento subito dei crediti passati, tante ditte non possono comunque riprendere il lavoro perché continuano a non avere soldi per pagare l’assicurazione scaduta, la manutenzione del mezzo, ecc. E’ un decreto contro cui dovrebbe essere organizzata la più ampia opposizione dei lavoratori e della città attraverso uno sciopero generale, che blocchi fabbrica, posti di lavoro e città.
Ma i sindacati confederali, compreso Usb, accettando l’aumento dei nuovi contratti di solidarietà, di fatto hanno accettato questo decreto. I sindacati confederali si sono trasformati in una sorta di “ufficio relazione con i lavoratori” per conto dell’Ilva, dando semplicemente “istruzioni per l’uso” per inserire i loro crediti nella massa dei debiti dell’Ilva. La Fiom arriva ad affermare che tutela l’occupazione e garantisce l’attuazione del piano ambientale (?!). L’USB continua a chiedere una fantomatica “nazionalizzazione” a questo stesso governo che ha voluto mandare in fallimento l’Ilva. La realtà è che, in una situazione di continua precarietà che ogni giorno può peggiorare, gli operai non hanno un loro sindacato. Questo è il problema serio che gli operai devono affrontare e risolvere”.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
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