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Falò di San Giuseppe, l’Amiu replica a Legambiente: “Dà credito a pettegolezzi”

«Anche quest’anno si ripropone la questione del materiale di risulta accumulato a ridosso della zona Cep del quartiere Salinella per il falò di san Giuseppe. Già negli scorsi anni avevamo raccolto le segnalazioni di alcuni dei cittadini residenti e denunciato la deriva che aveva assunto quella che pure è una tradizione radicata: i falò, perché di più di uno si tratta e non solo al quartiere Salinella, non bruciano resti di potature bensì materiali la cui combustione produce fumi tossici: divani, materassi, mobili e ogni oggetto possa essere intaccato dal fuoco».E’ quanto si legge in una nota stampa trasmessa questa mattina da Legambiente Taranto che aggiunge: «Ci aspettiamo che l’Amiu intervenga per la rimozione, smentendo le voci che vorrebbero gli stessi operatori addetti dall’azienda alla raccolta di ingombranti depositarli nella zona del falò piuttosto che conferirli in discarica, e che i vigili urbani monitorino con attenzione la situazione nell’arco dei giorni che ci separano dal 19 marzo».

Poco fa, è giunta la replica dell’Amiu: «Spiace constatare come Legambiente, sollevando a ragione il problema dell’accumulo di rifiuti ingombranti destinati ad alimentare i “falò” del 19 marzo, finisca invece per dar credito ad assurdi “pettegolezzi” chiedendoci addirittura di smentirli. Come riportato nei giorni scorsi, infatti, siamo già intervenuti per rimuovere i rifiuti accumulati in diverse zone della città (in particolare nel quartiere Salinella), con l’ausilio degli agenti della Polizia Municipale. Lo abbiamo fatto non certo per smentire voci inconsistenti, quanto per svolgere semplicemente il lavoro al quale siamo chiamati dal nostro committente, il Comune di Taranto: tenere pulita la città e vigilare sui potenziali rischi per l’igiene urbana. Legambiente, al contrario, se ne è in possesso dovrebbe fornirci le prove di quel che afferma: in questo modo ci metterebbe nelle condizioni di intervenire nei confronti di dipendenti che non svolgono correttamente il mandato ricevuto. In assenza di prove certe, invece, dovrebbe chiedere scusa a lavoratori che con scrupolo e abnegazione si impegnano ogni giorno per fronteggiare decine di emergenze sotto gli occhi di chiunque».

 

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