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“Processi troppo lunghi e corruzione allontanano gli investitori” – Così l’ambasciatore Usa

«L’Italia ha bisogno di investimenti ma è necessaria una riforma della Giustizia, gli investitori americani sono spaventati dai tempi lunghi dei processi e dal fenomeno della corruzione». Così l’ambasciatore Usa in Italia John Phillips, intervenuto all’incontro di studi dal titolo “Corruzione: etica e riforma della pubblica amministrazione” organizzato dall’ordine degli avvocati di Taranto, dalla Scuola forense ionica e dall’unione giuristi cattolici italiani.

«La durata media del processo civile in Italia – ha detto Phillips – è di nove anni, la media europea è di 3. In California per risolvere i problemi di lentezza dei giudici s’è fatta una legge che in caso di tempi lunghi gli decurtava lo stipendio. Anche in Italia si possono accorciare i tempi, a Torino il presidente Mario Barbuto è riuscito ad accorciare da 7 a 3 anni i tempi medi del processo».

All’incontro è intervenuto il sostituto procuratore Enrico Bruschi, che fa parte della sezione di magistrati specializzata in reati contro la pubblica amministrazione. «L’Italia è al 69simo posto della classifica mondiale sulla percezione della corruzione, al pari della Somalia – ha spiegato Bruschi – il 97 per cento degli italiani ritiene che la corruzione sia diffusa. Di contro pochissimi sono i casi scoperti, nonostante il grande impegno e dispiegamento di forze da parte della magistratura. La Corte dei conti stabilisce che i danni della corruzione ammontano a 60 miliardi di euro, il 4 per cento del Pil. Il fenomeno drammatico – spiega ancora il pm – è la prescrizione, che in dieci anni ha cancellato un milione e mezzo di processi, in particolar modo riguardanti reati contro la pubblica amministrazione. Tutto ciò – conclude Bruschi – mina i valori costituzionali e diffonde una sensazione di impunità nella gente».

All’incontro, moderato dall’avvocato Michele Rossetti, consigliere dell’unione giuristi cattolici italiani, hanno partecipato anche il magnifico rettore dell’università di Bari Antonio Uricchio, il presidente della scuola forense Paola Donvito ed il presidente dell’ordine avvocati di Taranto Vincenzo Di Maggio. Per il presidente Di Maggio «La corruzione va di pari passo con monopoli, iper-burocrazia ed eccesso di segretezza. Per l’Italia occorre trasparenza». L’avvocato Donvito ha sottolineato la necessità di «un cambio di coscienza collettiva sul tema della corruzione, in cui la figura dell’avvocato sia qualificata e consapevole della responsabilità sociale del suo ruolo di difensore del diritto e dei diritti».

 

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