Infatti col settimo decreto l’Ilva è entrata in amministrazione controllata e le società dei Riva non sono più direttamente coinvolte nell’eventuale condanna al risarcimento, in quanto in applicazione del decreto Marzano, i debiti andranno ad essere gestiti dal tribunale di Milano seguendo le procedure fallimentari. Inoltre, da una parte il Governo istituisce i reati di inquinamento e disastro ambientale, ma a Taranto, se in futuro dovesse realizzarsi questo reato da parte di Ilva, l’amministratore straordinario nominato dal Governo, avrà un salvacondotto per decreto, e non sarà perseguibile civilmente e penalmente nell’ambito del suo ruolo. Ma non è tutto.
A Taranto, la valutazione del danno sanitario non potrà interferire sull’AIA, modificandola. AIA che è sufficiente, sempre per decreto, che sia realizzata solo all’80% entro luglio 2015, il che fa ritenere decisamente improbabile che comprenda anche la realizzazione della copertura dei parchi minerari. Insomma, bastone per Taranto che è abituata a questi trattamenti e carota a livello nazionale col disegno di legge appena approvato. Taranto Respira esprime grande disappunto per questo impari trattamento. Le leggi dovrebbero valere su tutto il territorio nazionale e la nostra città non può essere porto franco per chi inquina.
Vittoria Orlando – Nino Carbotti – Giuseppe Aralla per Taranto Respira
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