Ma tutto questo è seriamente minacciato. Questo ecosistema naturale ed antropico può essere gravemente danneggiato da un momento all’altro, con conseguenze dolorose per l’economia delle nostre popolazioni e nefaste per l’ambiente naturale. Da diversi mesi si oppongono associazioni, cittadini, istituzioni, chiesa locale, parlamentari. Questo fronte ampio di governatori di queste regioni, uniti con numerosi sindaci pugliesi; la Provincia di Lecce, la Provincia di Crotone, si sono opposti decisamente a questa forma di arroganza del governo Renzi, che favorisce le grandi compagnie petrolifere, i cui proventi vanno fuori dell’Italia a fronte di effimeri benefici e contributi, e rischi enormi di disastri ambientali; mentre esautora le Regioni della giurisdizione sul proprio territorio. Tutto è in contrasto con gli orientamenti generali delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea, in materia di tutela dell’ambiente naturale, del riscaldamento terrestre, dei programmi in vista di una riduzione dei combustibili fossili del 40% prevista per il 2030.
Le più grandi associazioni ambientaliste italiane: dal WWF al Touring Club Italiano, da Lega Ambiente al FAI, da Greenpeace Italia all’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, hanno redatto un documento, l’Agenda ambientalista per la ri-conversione ecologica del Paese, dal quale chiedono, tra l’altro, di rivedere “le disposizioni del Decreto Sblocca Italia (dl. 133/2014) […] delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi”. In questo documento si dice: Bisogna essere innovativi e coraggiosi nel pensare e realizzare il nostro comune futuro, fuori dalle logiche dei “due tempi” – in un tempo per l’economia e un tempo per l’ambiente – e dei due forni – perché non c’è riscatto e dignità sociale senza il rispetto dei diritti costituzionali alla tutela della salute e dell’ambiente. Sono le grandi sfide che derivano dal contesto internazionale e da quello europeo che ce lo chiedono, come è stato confermato dalla sessione speciale sul clima dell’ONU del 23 settembre scorso”.
“Vogliamo dare una risposta a quello che consideriamo l’appello di Dio in merito alla situazione urgente e dannosa del riscaldamento globale”. Lo afferma una dichiarazione di alcuni vescovi cattolici riuniti a Lima nei giorni della XX Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP20), svoltasi nella capitale peruviana dal 1° al 14 dicembre scorso. Risorsa inestimabile, il nostro mare, non lo è soltanto per i Comuni il cui territorio si estende fino alla costa, ma lo è altrettanto per le popolazioni dei Comuni non rivieraschi, che del bene del mare Jonio e del mare Adriatico godono ugualmente. Per tanto sarebbe opportuno che, Comuni come: Crispiano, Martina Franca, Grottaglie, Montemesola, Statte, Mottola, i cui territori non sono bagnati dal mare, dedicassero un Consiglio Comunale monotematico a questa urgenza, ed eventualmente approvare un ordine del giorno di opposizione alla legge “Sblocca Italia”, così come hanno fatto altri Comuni, Province e Regioni.
Bene hanno fatto il sindaco di Taranto, quello di Ginosa, quello di Avetrana ed altri, ad esprimere la propria contrarietà alle decisioni improvvide del governo. Il presidente del Consiglio regionale pugliese Introna, nei primi giorni di novembre scorso, ha incontrato l’europarlamentare Pittella, capogruppo dei socialisti europei, per fare un fronte unico Adriatico tra Italia e i Paesi balcanici dell’altra sponda, compresa la Grecia, e sensibilizzare i relativi governi del problema. In questo momento occorre fare fronte comune perché il mare è di tutti e mettere da parte la convenienza di schieramento politico; e insistere nel difendere, conservare e tutelare un bene comune e una offerta unica di risorse: quelle dell’ecosistema naturale ed antropico, peculiare e inconfondibile dell’ambiente mediterraneo, della nostra storia e del patrimonio artistico e culturale.
Antonio Conte, Coordinatore in Puglia di Agire Politicamente, Associazione di cattolici democratici
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