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Porto di Taranto, dragaggi “liberi” di partire

La notizia tanto attesa è arrivata ieri mattina: il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva dell’affidamento dei lavori relativi ai dragaggi dei fondali nel porto di Taranto avanzata dall’impresa Grandi Lavori Fincosit, che aveva impugnato un provvedimento del Tar di Lecce. Con il quale il tribunale amministrativo aveva respinto la richiesta di sospensiva avanzata con altrettanti ricorsi da due imprese, Grandi Lavori Fincosit e Piacentini (seconda e undicesima in graduatoria), in merito alla gara per l’affidamento dei lavori. Il Consiglio di Stato dunque, ha confermato il parere del Tar di Lecce sbloccando, si spera in via definitiva, l’iter per avviare i lavori di dragaggio al porto di Taranto.

La contestazione riguardava una serie di aspetti tecnici dell’offerta formulata dalla ditta Astaldi, vincitrice della gara (uno dei principali general contractor italiani e tra i primi 100 a livello mondiale nel settore delle costruzioni, in cui opera anche come promotore di iniziative in project finance e concessione. Quotata in Borsa dal 2002, ha chiuso il 2013 con un portafoglio ordini superiore ai 13 miliardi di euro, un fatturato consolidato di oltre 2,5 miliardi e più di 9.500 dipendenti).

Con ordinanza numero 561/2015 dell’11 febbraio 2015 – si legge nel provvedimento – il Consiglio di Stato (Sezione Quarta), esaminate le misure cautelari richieste dal costituendo Rti Grandi Lavori Fincosit Spa/Jan de NUl Nv/Grl Cave e Conglomerati Srl (classificatosi al secondo posto della graduatoria), nell’ambito della Procedura aperta per l’affidamento dell’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori denominati “Interventi per il dragaggio di 2,3 mm3 di sedimenti in area Molo Polisettoriale per la realizzazione di un primo lotto della cassa di colmata funzionale all’ampliamento del V sporgente del Porto di Taranto”, ha respinto l’appello cautelare. La decisione del Consiglio di Stato interviene a seguito del Decreto monocratico cautelare del Consiglio di Stato medesimo n.397/15 che, in data 26 gennaio 2015, aveva accolto l’istanza di sospensiva”.

Lo scorso 27 novembre, l’Autorità Portuale di Taranto aggiudicò all’impresa Astaldi di Roma, prima classificatasi nel bando di gara europeo, i lavori per l’intervento “di dragaggio di 2,3 milioni di metri cubi di sedimenti in area Molo Polisettoriale e per la realizzazione di un primo lotto della cassa di colmata (l’opera a mare dove i fanghi vengono depositati) funzionale all’ampliamento del V sporgente” del porto di Taranto.

Alla base di gara, alla quale parteciparono 11 concorrenti singoli e in associazioni temporanee di’impresa nazionali e comunitari, era stato posto un progetto definitivo per 72,18 milioni di euro di cui 279mila euro per oneri inerenti l’attuazione dei piani di sicurezza: l’offerta economica di Astaldi è stata pari a 51,87 milioni di euro più 279mila euro per l’attuazione dei piani di sicurezza. Inoltre il tempo offerto per l’esecuzione dei lavori è pari a 327 giorni solari su 670 giorni previsti in progetto posto a base di gara. Oltre ai lavori infrastrutturali di approfondimento da -14,0 a -16,5 metri dei fondali della darsena del Molo Polisettoriale, l’intervento prevede la bonifica dei sedimenti contaminati nel bacino portuale. L’opera è infatti da sempre considerata strategica anche e soprattutto per la permanenza nella gestione del molo polisettoriale da parte di Evergreen e Hutchinson, azionisti della Taranto Container Terminal (TCT). Difficile, se non impossibile però, che possa essere terminata entro il dicembre 2015, come previsto dalla calendarizzazione rivista la scorsa estate.

L’Autorità portuale ora potrà procedere alla stipulazione del contratto con la ditta Astaldi. Subito dopo, come atto conclusivo dell’intero iter burocratico, si dovrà sottoscrivere l’accordo a Roma presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Cdm Graziano Delrio. Per questo, già ieri i sindacati si sono attivati attraverso il Prefetto di Taranto affinché quest’ultimo tassello venga apposto quanto prima. Dopo di che si potrà dare il via all’approvazione del progetto da parte della ditta Astaldi, che tra l’altro dovrà tener conto del provvedimento di VIA del ministero dell’Ambiente: sono infatti ben 26 le prescrizioni della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA-VAS. Quattro quelle del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Tantissimi i controlli affidati ad ARPA Puglia per seguire passo dopo passo tutte le varie operazioni previste. Dopo la decisione di ieri del Consiglio di Stato, la speranza è che almeno gli intoppi burocratici restino soltanto un brutto ricordo.

Gianmario Leone

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