Citando il noto economista nonché attivista dell’associazione Libera, Giuseppe De Marzo: “Cosa sono le bonifiche non fatte o ritardate, la riduzione delle precauzioni sul lavoro, l’esposizione di essere umani a sostanze tossiche, gli investimenti in attività produttive e in tecnologie insicure come gli inceneritori, le raffinerie, le estrazioni petrolifere selvagge? Forme odiose di razzismo istituzionalizzato che sfruttano la vulnerabilità politica, culturale ed economica di individui, comunità e popoli”.
In questa situazione, però, gravissima è la responsabilità di tutti coloro, che hanno contribuito ad illudere una città senza passione civile, con proclami, con false promesse, con sistematica delegittimazione di chi esprimeva dubbi o proteste , tutti cinici complici di una bieca politica volta allo sfruttamento delle classi più deboli per il raggiungimento del profitto di pochi. Chi, se non i nostri rappresentanti politici, avrebbe dovuto difendere dal saccheggio, fra l’altro ancora in atto , il nostro territorio? Chi avrebbe dovuto opporsi in Parlamento all’ignominia del ricatto occupazionale di sette decreti, che spostano costi e rischi sui lavoratori a basso reddito, sulla parte più debole della popolazione che non accede ad informazione e partecipazione?
Taranto, la città invisibile , distrutta e ripiegata nel suo isolamento, non fa notizia né interessa l’epilogo del sogno industriale, conclusosi miseramente in una grande beffa. Tutti i nostri rappresentanti politici, quindi, se ancora vogliono sentirsi degni del mandato loro conferito, escano dall’ inspiegabile mutismo in cui sono caduti, anche nei confronti dell’ultima mattanza di mucche, testimonianza tangibile di un inquinamento che non accenna a diminuire e pretendano a gran voce il giusto risarcimento e una mutata concezione del destino della nostra città, che noi del Movimento civico Taranto Respira da sempre andiamo sostenendo .
Vittoria Orlando, coportavoce Taranto Respira
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