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Ilva, Cgil: sui risarcimenti la partita è ancora da giocare

«Mentre divampa la polemica sulla decisione assunta ieri dal giudice penale di Taranto relativa alla preclusione delle richieste risarcitorie nei confronti delle società del Gruppo Riva, credo sia opportuno ritornare sul tema con maggiore rigorosità e non solo per amore di verità, ma anche e soprattutto per il rispetto che si deve a istanze che spesso hanno dietro le carte storie di malattia o morte». Il segretario generale della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra, interviene sugli effetti del recente decreto ILVA e sul relativo passaggio al regime di amministrazione straordinaria del siderurgico, per fare alcune precisazioni che sembrano stemperare il clima di generale scoramento calato da ieri in città. In realtà, il diritto al risarcimento non è venuto meno, anche se la situazione si è notevolmente complicata sotto il profilo processuale.

«Il Giudice di Taranto ha preso atto di un passaggio quasi obbligato considerata la gestione ormai fallimentare dell’azienda soggetta alle regole della Legge Marzano e delle sue più recenti disposizioni, ma non ha escluso la responsabilità risarcitoria nei confronti delle persone fisiche coinvolte a più livelli nel dramma tarantino – dice Massafra – Uomini che hanno condotto e gestito l’azienda e a cui, qualora fossero confermate, vanno imputate le “colpe” in termini epidemiologici e ambientali. Come CGIL pertanto, attraverso il nostro ufficio legale non rinunceremo all’accertamento di tutte le responsabilità, sia penali che risarcitorie, consapevoli, inoltre, che esiste un’altra strada, quella del ricorso al Giudice di Milano su cui tutte le richieste potranno essere ulteriormente proposte». Secondo Massafra “c’è una corresponsabilità dell’ILVA pubblica, e quindi dello Stato, in questa condizione tarantina. Ecco perché una sentenza del Giudice del Lavoro in una causa promossa da noi offre un interessante risvolto in una vicenda che ha a che fare con il riconoscimento di un danno realmente subito da uno dei tanti lavoratori di quella fabbrica”.

Ad entrare nello specifico, commentando la sentenza dello scorso dicembre per il risarcimento del danno patito da un lavoratore deceduto per neoplasia polmonare, è l’avvocato Massimiliano Del Vecchio dell’Ufficio legale della CGIL ionica: «Questa sentenza afferma alcuni importanti principi – dice – il riconoscimento della eziologia professionale del tumore, il riconoscimento del diritto al risarcimento, l’inopponibilità agli eredi del lavoratori della cosiddetta “quietanza liberatoria” sottoscritta in vita dal lavoratore, e soprattutto la responsabilità solidale di ILVA e Fintecna per l’intero credito risarcitorio, senza limitazioni discendenti dal rispettivo periodo di lavoro e dall’eventuale differente incidenza dell’apporto causale nella determinazione della patologia».

Pertanto – viene affermato –  a fronte di un solo giorno di lavoro alle dipendenze di Fintecna (ILVA pubblica), prima del passaggio a ILVA Spa, sarà possibile pretendere la integrale responsabilità dello Stato a garanzia del credito risarcitorio. «Questa decisione – conclude Massafra – è un punto dirimente che intenderemo rivendicare con forza e che avevamo cercato e determinato proprio consapevoli dell’imminente avvio dell’amministrazione straordinaria. Una partita intera ancora tutta da giocare, ma che al momento ci consente di conservare una posizione di garanzia per tutti i lavoratori che anche solo per un giorno hanno lavorato per il siderurgico statale». (Fonte: Sudnews)

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