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Imu agricola, dal Governo una toppa peggiore del buco

La toppa peggiore del buco. La nuova formulazione del decreto sull’Imu agricola, varata una settimana fa dal Governo dopo le proteste delle organizzazioni di categoria, ha persino peggiorato le cose. Passare dal criterio altimetrico puntuale alla classificazione Istat, piuttosto che aumentare le esenzioni pare averle diminuite.

Per Confagricoltura e Copagri Taranto il quadro della provincia ionica è molto chiaro: solo cinque comuni parzialmente esenti, Crispiano, Laterza, Mottola e Martina Franca più Massafra, che nella vecchia versione del decreto non rientrava. L’esenzione, peraltro, riguarda solo i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, una regola che affianca la qualifica del proprietario al criterio altimetrico – ma nella nuova versione – con il risultato di restringere la platea degli esenti.

In pratica, tutti gli altri, e in tutti gli altri 24 comuni tarantini, dovranno pagare: tanto e subito. La scadenza, infatti, è stata fissata al prossimo 10 febbraio e, stando ad alcune proiezioni, potrebbe costare sino a 1500 euro per sette ettari di vigneti, agrumeti vigneti e serre. Ammesso che queste coltivazioni siano ancora in produzione, visto che la provincia di Taranto – segnatamente la zona occidentale – è stata colpita da ben due alluvioni nell’ultimo biennio. Per Confagricoltura e Copagri Taranto si tratta dell’ennesimo pasticcio scaricato sulle spalle delle aziende agricole, alle prese con una crisi profonda e con i danni causati dal maltempo. Un circolo vizioso in cui le nuove tasse arrivano sempre prima, molto prima, dei dovuti risarcimenti.

Di qui il doppio appello al Governo, al fine di «rivedere in modo serio criteri d’esenzione e scadenze», e ai Comuni ionici interessati, «per rimettere mano, dove necessario, alle aliquote, ed evitare sanzioni». Le organizzazioni di categoria si rivolgono in modo particolare agli amministratori dei comuni ionici e al loro senso di responsabilità, sottolineando che la nuova formulazione del decreto è fortemente penalizzante per le aziende agricole.

Naturale corollario è la richiesta di esonero dall’Imu agricola per quelle aziende che hanno subito danni da calamità atmosferiche: un provvedimento spesso in cima alle agende politiche ma quasi mai attuato in concreto. Obiettivo finale di questa azione su più piani è cercare di attenuare l’impatto della tassa sulle aziende agricole e, per far ciò, sarà promosso un incontro con le amministrazioni comunali e le organizzazioni di categoria per predisporre un documento congiunto finalizzato, tra le altre cose, all’esonero totale dall’Imu agricola per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali.

 

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