L’europarlamentare insiste anche sul fatto che la Convenzione quarantennale al concessionario (Aeroporti di Puglia-AdP) debba essere revocata perché non è rispettata dallo stesso AdP, infatti, “è concessionario unico dei 4 aeroporti che dovrebbero essere posti in reciproca concorrenza e complementarità (gli aeroporti devono essere in concorrenza tra loro, si può derogare solo se ricadono nelle stesso ambito cittadino. Non ha senso e fondamento il “sistema aeroportuale” è un’invenzione di AdP) nonché, allo stesso tempo, uno dei controllori delle procedure di assegnazione dei contributi”. Ma il conflitto di interessi non finisce qui: “L’amministratore unico di AdP è anche presidente del Distretto dell’Aerospazio pugliese – dice D’Amato -. E’ noto a tutti come AdP abbia favorito gli scali di Bari e Brindisi, bloccando di fatto lo scalo tarantino. Questa duplice veste, ci dà qualche motivo in più per dubitare della bontà del progetto dei droni (che non possono neanche decollare dall’aeroporto per precise norme di legge, tanto è vero che ci sono accordi con l’autodromo di Nardò). Anche su questo chiediamo a Vendola più chiarezza e trasparenza”.
In aggiunta, la convenzione è violata in riferimento alla mancata sottoscrizione di un contratto di programma tra ENAC e AdP Spa: per tutti questi motivi, sulla base di quanto indicato in materia di revoca e decadenza delle concessioni, si concretizza l’inadempienza degli obblighi attribuiti alla concessionaria, ma anche nel caso di grave e immotivato ritardo nell’attuazione del programma di intervento e del piano degli investimenti per ogni aeroporto in concessione.
“Il nostro obiettivo – conclude D’Amato – è salvaguardare e rendere pienamente operativa, per esempio riaprendo ai voli passeggeri come indicato nell’Atlante degli aeroporti italiani, una delle opere infrastrutturali che potrebbero costituire il volano della rinascita della terra jonica, l’aeroporto di Taranto per l’appunto”.
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