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Decreto Ilva: emendamenti per indotto, fondi dei Riva e Cemerad

TARANTO – I relatori hanno presentato ieri mattina in commissione Industria “i primi emendamenti al ddl Ilva”. A comunicarlo il senatore Salvatore Tomaselli sottolineando che “nelle prossime ore insieme al Governo definiremo le ulteriori modifiche”. Tra gli emendamenti dei relatori “il più significativo – afferma Tomaselli – è senz’altro l’emendamento con cui si destinano 24 milioni di euro del fondo di garanzia delle Pmi per sostenere la liquidità delle aziende dell’indotto” grazie all’effetto leva del Fondo “l’ammontare complessivo finale sarà di circa 150 milioni”.

Si tratta dell’articolo 2 bis, al cui comma 1 si legge che “le risorse del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all’articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, di seguito Fondo, fino a un importo di euro 24.000.000, sono destinate per sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese: fornitrici di beni e/o servizi connessi al risanamento ambientale o funzionali alla continuazione dell’attività di società che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale e che siano soggette ad amministrazione straordinaria”. Al comma 2 si legge inoltre che “ai fini dell’accesso alla garanzia del Fondo delle operazioni finanziarie di cui al comma 1, le relative richieste devono essere corredate dalla attestazione, rilasciata dal Commissario straordinario circa la sussistenza, alla data della richiesta stessa, della condizione dell’impresa destinataria del finanziamento di essere fornitrice di beni e/o servizi funzionali alla continuazione dell’attività”.

Un altro emendamento al decreto Ilva renderà invece eseguibile da parte della banca svizzera Ubs il trasferimento all’amministrazione straordinaria dell’Ilva di quasi 2 miliardi sequestrati ai Riva. La modifica al testo è stata presentato dal presidente della Commissione Industria Massimo Mucchetti insieme al gruppo Pd e depositata in commissione industria ieri. L’emendamento fa seguito ai rilievi esposti dal Procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco in audizione. In particolare l’emendamento dà all’Amministrazione Straordinaria la possibilità di emettere obbligazioni a garanzia dei fondi sequestrati come richiesto dai giudici di Zurigo per dare il via libera al trasferimento dei fondi.

L’emendamento prevede anche che, in caso di avanzo, i fondi, vincolati per legge all’attuazione del Piano Ambientale, debbano essere impiegati per finanziare investimenti per la sicurezza del lavoro e per la bonifica dell’ambiente. “È possibile infatti – ha spiegato all’ANSA Mucchetti – che una buona gestione riesca a fare tutte le opere necessarie per l’A.I.A. spendendo meno. Inoltre oltre al miliardo e 200 milioni sequestrati in Svizzera potrebbero arrivare, grazie all’azione dei magistrati di Milano, altri 700 milioni sempre detenuti all’estero”.

Al comma 5 dell’articolo 1 del decreto è stato presentato un emendamento in cui si legge che “l’ammissione delle imprese alla procedura di amministrazione di cui al presente decreto e lo stato economico e finanziario di tali imprese non comportano, per un periodo di diciotto mesi dalla data di ammissione alle procedure previste dai presente decreto, il venir meno dei requisiti per il mantenimento in capo alle stesse, delle eventuali autorizzazioni, certificazioni, licenze, concessioni o altri atti o titoli per l’esercizio e la conduzione delle relative attività svolte alla data di sottoposizione delle stesse alle procedure previste dal presente decreto. In caso di affitto o cessione di aziende e rami di aziende ai sensi del presente decreto, le autorizzazioni, certificazioni, licenze, concessioni o altri atti o titoli sono rispettivamente trasferiti all’affittuario o all’acquirente”.

Inoltre, un emendamento del Pd al decreto Ilva presentato sempre ieri, fissa il termine ultimo entro il quale dovranno essere eseguiti i lavori di risanamento del Piano Ambientale previsto dall’Aia. Secondo quanto si apprende il termine è fissato per il luglio 2016. La mancanza di una norma che obbligasse a eseguire entro un termine tutte le prescrizioni richieste dall’Aia è stato uno dei temi più dibattuti durante le audizioni davanti ai senatori della commissioni riunite industria e ambiente. In tal caso, sparirebbe per l’azienda la possibilità di realizzare un 20% di lavori a data da destinarsi.

Sempre in campo ambientale, al comma 1 dell’articolo 4 del decreto, è stato presentato un emendamento in cui si legge che “sono altresì approvate, a saldi invariati per la finanza pubblica, le proposte presentate in data 19 dicembre 2014 al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare dal sub commissario di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto legge 4 giugno 2013, n. 61, relative alla definizione delle misure di compensazione ambientale”. Un po’ a sorpresa è stato presentato un emendamento che prevede lo stanziamento di dieci milioni di euro per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi nel deposito ex Cemerad di Statte, in provincia di Taranto.

Al comma 5 dell’articolo 3 si legge infatti che “ai fini della messa in sicurezza e gestione dei rifiuti radioattivi in deposito nell’area ex Cemerad ricadente nel Comune di Statte, in provincia di Taranto, sono destinati dieci milioni di euro a valere sulle risorse di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, convertito dalla legge 4 ottobre 2012, n. 171, e successivo decreto del Segretario generale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 10 ottobre 2012” in pratica il protocollo sulle bonifiche approvato nell’estate 2012. Vedremo alla fine cosa ne verrà fuori.

Gianmario Leone

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