Ricordiamo che Claudio Riva era stata convocato sia per il 22 gennaio, che per oggi. Alla vigilia dell’audizione prevista per il 22, Riva aveva inviato al premier Matteo Renzi e al ministro dello Sviluppo Economico, una lettera in cui esortava ad evitare il ricorso all’amministrazione straordinaria. Una proposta rispedita al mittente. E’ stato Andrea Guerra, consigliere strategico di Matteo Renzi, durante la sua audizione al Senato, a liquidare la richiesta dicendo che era arrivata “fuori tempo massimo”.
Ma cosa ha scritto Claudio Riva nella lettera ai senatori? “Non posso non prendere atto, mio malgrado, che, ancora una volta, l’unico elemento di certezza che l’esecutivo ha inteso dare ad una vicenda che rimane per il resto illeggibile è la volontà di privare definitivamente il nostro gruppo della proprietà di Ilva, senza che ci sia riconosciuto neppure un confronto sui percorsi alternativi che ben sarebbero stati possibili a beneficio di tutti”.
Nel documento, Riva ricorda di aver rappresentato al governo “l’opportunità che il passo finale di un percorso complessivo di estromissione del nostro gruppo dalla gestione, prima, e dalla proprietà, poi, di Ilva, venisse rinviato” a conclusione del ciclo di audizioni in corso al Senato nell’ambito dell’esame sul decreto su Taranto “in modo che ogni decisione in merito potesse essere assunta dal governo in presenza di tutti gli elementi valutativi”. “Purtroppo – aggiunge il presidente di Riva Fire Spa – il governo ha deciso altrimenti disponendo per l’immediata ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria, peraltro, come gli eventi di questi giorni rendono evidente a tutti, in un contesto di assoluta incertezza sul disegno finanziario ed industriale sottostante”.
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