“Oggi abbiamo compiuto un altro passo nella battaglia contro il progetto Tempa Rossa – dice D’Amato – Sono fiduciosa che riusciremo ad organizzare una visita di una delegazione del Parlamento europeo. Inoltre, oggi abbiamo sollevato l’attenzione sull’operato dell’Autorità Sanitaria Locale di Taranto, che ha negato l’accesso agli atti di una serie di documenti utili per la petizione. Un operato che è stato stigmatizzato da altri colleghi della commissione”.
Il progetto Tempa Rossa prevede il collegamento tra l’omonimo giacimento petrolifero, che si trova in Basilicata, e il porto di Taranto. “Un collegamento – spiega D’Amato – che comporterà una crescita del traffico di petroliere nel mare Grande, con il conseguente aumento dell’inquinamento nello Jonio”. I danni per Taranto non finiscono qui: “A causa dell’idrovora dell’Ilva, ossia il sistema di prelievo di acqua per il raffreddamento degli impianti – continua l’eurodeputata – si generano delle correnti marine dal mare Grande al mare Piccolo, che in questo verrebbe contaminato nuovamente, stavolta dall’inquinamento generato dalle petroliere, vanificando ogni possibilità di rigenerazione dei bacini più importanti per l’attività di mitilicoltura. Tra l’Ilva e il possibile progetto Tempa Rossa, ha concluso D’Amato, “Taranto sta diventando una bomba ecologica pronta ad esplodere. E questo interessa, credo, non solo i miei concittadini, ma anche tutti i cittadini europei”.
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