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Ilva, “Possibile intervento pubblico in caso di revoca somme sequestrate”

Le Commissioni riunite Industria e Ambiente torneranno ad occuparti del decreto Ilva a partire da mercoledì 28, alle ore 15, quando riprenderà la discussione – avviata nella seduta del 13 gennaio – del ddl n. 1733, recante “Disposizioni urgenti per l’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell’area di Taranto”. Intanto il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti è stato posticipato alle 14 di mercoledì 28 gennaio. Nell’ambito dell’esame del provvedimento, sempre mercoledì 28, le commissioni riunite hanno in programma ulteriori audizioni. I parlamentari dovrebbero infatti ascoltare i rappresentanti della Cassa Depositi e Prestiti (ad intervenire dovrebbe essere l’amministratore delegato Gorno Tempini) ed il presidente della Riva FIRE Claudio Riva, la cui audizione era prevista inizialmente giovedì.

Intanto, in merito all’articolo del decreto legge sull’Ilva che stabilisce l’apertura di apposita contabilità speciale intestata al Commissario straordinario dell’azienda dove confluiranno le somme sequestrate in seguito ai processi in corso, si “potrebbe determinare in futuro la necessità di interventi finanziari pubblici qualora all’esito del processo penale il sequestro venisse anche solo parzialmente revocato”. È quanto scrive la Ragioneria dello Stato in una nota di chiarimento inviata alla commissione Bilancio al Senato. “Fermo restando che la destinazione finale delle risorse sequestrate al titolare dell’impresa è la realizzazione del piano delle misure ambientali e sanitaria della stessa impresa, la modifica normativa introdotta” dal decreto Ilva “disciplina diversamente i procedimenti relativi all’utilizzo, disponendo specificamente l’apertura di apposita contabilità speciale intestata al Commissario straordinario dove confluiranno le predette somme sequestrate”. Nel caso in cui l’intero patrimonio sequestrato al gruppo Riva, o parte di esso, che in tutto ammonta a 1,9 miliardi di euro, dovesse rientrare in possesso della società Riva FIRE, lo Stato potrebbe intervenire economicamente per la realizzazione degli interventi previsti dall’AIA. Il che potrebbe creare non pochi problemi al Governo.

Infine, è notizia di ieri che la Commissione europea ha ricevuto dal governo italiano la risposta alla procedura di infrazione Ue sul mancato rispetto di alcune norme comunitarie relative alla protezione della salute e dell’ambiente da parte dell’Ilva di Taranto e la sta esaminando. Lo ha detto il portavoce della Commissione Ue con delega all’Ambiente. “Non commentiamo una procedura di infrazione in corso. La risposta del governo italiano è arrivata il 20 gennaio e comprende anche informazioni sul decreto approvato prima di Natale. La stiamo valutando”, ha spiegato il portavoce.

Gianmario Leone

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