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Indotto Ilva, serve confronto serrato

L’emergenza occupazionale dei lavoratori del sistema degli appalti (metalmeccanici, edili, servizi ecc) e la condizione economica delle famiglie, si va aggravando di ora in ora, a causa della sospensione delle attività da parte delle imprese e dei mancati pagamenti delle spettanze accumulate nell’arco dell’ultimo anno. L’avvio dell’Amministrazione Straordinaria per l’Ilva, quale primo atto del percorso previsto dal decreto e la nomina dei tre commissari, offre ora la possibilità di un confronto diretto su temi quali il bacino occupazionale da salvaguardare attraverso la clausola sociale, quale strumento di riferimento reale per la tutela dei livelli occupazionali e il ristoro dei crediti pregressi che, ove avvenisse, deve vedere soddisfatto innanzitutto il pagamento delle spettanze dei lavoratori del sistema degli appalti.

E’ quindi necessario che il sindacato chieda immediatamente l’incontro ai commissari Gnudi, Carruba e Laghi. La CGIL e la FIOM hanno già presentato le proprie proposte per le modifiche al decreto per Taranto e per l’Ilva su punti fondamentali quali le garanzie occupazionali (anche per l’indotto), la certezza delle risorse per il risanamento degli impianti, la nascita della new.co e la sua dotazione finanziaria, gli ammortizzatori da utilizzare in tutta la nuova fase dando continuità ai contratti di solidarietà ed estendendoli ai lavoratori dell’appalto.

Tutto questo richiede un confronto serrato e immediato a tutti i livelli fra organizzazioni sindacali, Governo e Commissari, per gli approfondimenti e le verifiche che saranno necessarie per concretizzare le risposte che i lavoratori dell’Ilva e degli appalti attendono. La mobilitazione dei lavoratori degli appalti di questi giorni ha avuto il merito di riaccendere su Taranto l’attenzione del Paese. Dalla prossima settimana occorrerà proseguire con le forme più consone alla situazione che si andrà determinando, non prestandosi ad un utilizzo strumentale della rabbia e della paura dei lavoratori. Anche per questo abbiamo richiesto a Confindustria di Taranto di richiamare i propri associati a comportamenti responsabili anziché soffiare sul fuoco della protesta. Le imprese locali facciano sistema, piuttosto che agitarsi nella logica di “muoia Sansone con tutti i filistei”, facciano tesoro del vero patrimonio di cui dispongono rappresentato dalle professionalità e dall’esperienza delle maestranze”.

Giovanni D’Arcangelo, Giordano Fumarola, Antonio Stasi, Donato Stefanelli

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