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Ilva, il custode Barbara Valenzano indica le criticità – In corso le audizioni sul decreto

E’ in programma oggi un nuovo ciclo di audizioni informali nell’ambito dell’esame del ddl n. 1733 (decreto legge su llva e sviluppo di Taranto) da parte delle commissioni Industria e Ambiente del Senato.  A partire dalle 8.30 viene ascoltato il custode giudiziario Barbara Valenzano che ha cominciato il suo intervento facendo un excursus della vicenda Ilva in rapporto ai cambiamenti normativi che hanno riguardato l’azienda dal 2012 ad oggi. Un percorso che ha comportato, com’è noto, la protrazione dei tempi di attuazione degli interventi sugli impianti – le prescrizioni Aia – che avrebbero dovuto comportare una maggiore tutela dell’ambiente e della salute. 

In particolare, la Valenzano si è soffermata sul fatto che anche con l’ultimo decreto legge, ora all’esame dei parlamentari, si impone all’azienda l’ottemperanza entro il 31 luglio 2015 dell’80% delle prescrizioni previste. “Il 20% delle prescrizioni restanti non viene individuato – ha evidenziato la Valenzano – gli interventi più onerosi non si capisce che tempistica abbiano”. Preoccupazione che interessa, in particolare, la copertura dei parchi minerali, l’opera ritenuta di maggiore rilevanza ambientale. Che destino avrà? Tra le criticità indicate dal custode giudiziario, c’è quella che riguarda l’area Gestione Rottami Ferrosi, dove era prevista la copertura della discarica paiole, che però è stata sostituita con un sistema a cappe mobili e con i fog cannon, non ritenuti adeguati per contenere le emissioni. “Tecnicamente – ha sottolineato la Valenzano – sono palliativi”. Inoltre, il custode ha fatto notare che “non è prevista alcuna bonifica delle aree interne” dello stabilimento e che continuano a verificarsi fenomeni di slopping.

Poi la parentesi dedicata alle discariche. “Tutte le discariche, a parte la Mater Gratiae (autorizzata per decreto), non sono autorizzate – ha spiegato – la gestione dei rifiuti non è conforme e questo è stato verificato anche dalle autorità competenti”. Nelle conclusioni, la Valenzano ha ribadito le sue perplessità sulla protrazione degli interventi di risanamento: “Bisogna valutare bene cosa viene prorogato – ha detto – i tempi di esecuzione non risultano supportati da una valutazione che definisca il livello di accettabilità dei rischi per la salute e la tutela dell’ambiente, tale da motivare ulteriori proroghe al Piano ambientale”. Dubbi sono stati espressi anche sulla copertura finanziaria degli interventi di ambientalizzazione: “Come sarà garantita? Con fondi Cipe, europei? Con le somme derivanti dalle indagini della Procura di Milano? In realtà, al momento, queste sono somme virtuali. Non sono nelle casse dello Stato italiano”.

Alessandra Congedo

 

 

 

 

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