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Qualità della vita, Taranto sale dal 75° al 72° posto

 

Trento al top (e lo è per il quinto anno consecutivo). Carbonia-Iglesias giù, in fondo dopo tutte le altre province. La prima e l’ultima di una classifica che tenta di fotografare il Paese in balìa della crisi e raccontare le differenze tra un territorio e l’altro. Dall’ambiente al lavoro, passando per criminalità, tempo libero e salute, quel che emerge dalla 16esima edizione dell’indagine sulla ‘Qualità della vita 2014’ condotta dall’università La Sapienza di Roma per Italia Oggi è che si vive meglio nei centri di piccole e medie dimensioni del nord (ma attenzione, perché il nord non è tutto uguale e non a caso cresce la “vulnerabilità” del nord ovest) e che il sud è protagonista di un peggioramento perdurante causato da crisi e disoccupazione.

Vero è che, nel complesso, la quota di popolazione residente in quelle zone geografiche caratterizzate da una qualità della vita scarsa o insufficiente sale quest’anno a quota 52,5%, pari cioè a 31,7 milioni di italiani: una cifra in aumento rispetto al 2013 quando il medesimo dato si era fermato al 48,4 per cento. Sul vivere bene, infatti, l’Italia stavolta arretra. E traducendo le percentuali in numeri ancora più evidenti, emerge che nel 2014 sono 55 su 110 le province nelle quali la qualità della vita è risultata buona o accettabile contro le 59 (sempre su 110) della passata edizione.

Trento è la provincia che ha registrato i più elevati livelli di qualità della vita nel 2014 e il risultato è rilevante perché il primato arriva a compiere cinque anni. E visto che l’indagine divide i territori in quattro gruppi (qualità della vita buona, accettabile, scarsa e insufficiente), va detto che Trento si colloca nel primo gruppo in 7 dei 9 settori presi in esame (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, tempo libero). E’ invece nel secondo gruppo per tenore di vita e nel terzo per salute. Carbonia-Iglesias, di contro, si piazza in fondo ma con connotazioni diverse rispetto alle altre province d’Italia che negli anni passati si sono posizionate più in basso. Solitamente, infatti, queste presentavano situazioni molto gravi per lavoro, ambiente, servizi finanziari e tempo libero mentre per disagio sociale e popolazione di norma mostravano performance migliori rispetto alla media nazionale. Carbonia è nel quarto gruppo in 4 settori su 9 (lavoro, ambiente, disagio sociale, servizi finanziari e scolastici), è nel terzo gruppo per 2 settori (popolazione e tenore di vita), è nel secondo per salute e nel primo per criminalità.

Dall’indagine il nord non appare tutto uguale. Ce n’è uno dove le dimensioni medio-piccole dei centri si accompagnano a livelli di qualità della vita elevati e stabili nel tempo. Poi ce n’è un altro fatto di centri urbani medio-grandi che, al contrario del primo, fatica a raggiungere e mantenere posizioni di eccellenza. Nel 2014, ad esempio, la classifica conferma il Trentino-Alto Adige al top assieme ad alcune province venete. Ma l’altra conferma riguarda gli effetti della congiuntura economica che ha ripercussioni più severe nel nord ovest rispetto al nord est. Da qui, l’emergere di fenomeni di polarizzazione fra le due aree.

Nel Mezzogiorno d’Italia la qualità della vita è insufficiente e non accenna a migliorare. Cinque anni fa l’indagine aveva individuato un gruppo di province del sud geograficamente contigue, in cui la qualità della vita risultava superiore a quella delle altre dislocate nell’Italia meridionale e insulare. Nel gruppo c’erano Campobasso, Foggia, Bari, Potenza e Matera. Ma dallo scorso anno non solo si è dissolto: accade infatti che l’area del disagio trascina anche le province della Basilicata. L’unica eccezione alla regola è rappresentata dalla provincia di Teramo, al 27esimo posto, caratterizzata da una qualità della vita accettabile.

Tuttavia, va detto che il podio delle province con minor tasso di criminalità spetta al Mezzogiorno, con Agrigento al primo posto (seguita a ruota da Pordenone e Treviso), Oristano e Campobasso che si piazzano nella top ten. Da segnalare Crotone al 26esimo posto. In coda Milano preceduta da Bologna e Rimini.  Per quanto riguarda il campo degli “affari e lavoro”, Trento, Bolzano e Bologna ai primi posti. Crotone, Medio Campidano e Catanzaro in fondo. Per l’ambiente, sul podio Trento, Mantova (che lo scorso anno su questo settore era 51esima e che quindi ha compiuto un grande balzo in avanti) e Belluno. In fondo: Catania, Olbia e Siracusa. Sulla salute, Pisa, Milano e Isernia al top. Chiudono Medio Campidano, Oristano e Latina.

Tempo libero: la classifica del tempo libero e turismo si apre con Siena, che conferma il piazzamento conseguito lo scorso anno, seguita da Rimini (in 2ª posizione nel 2013), Aosta (4ª nella passata edizione), Verbano-Cusio-Ossola (5ª lo scorso anno) e Firenze che guadagna due posizioni in classifica. Agli ultimi posti Crotone, Caltanissetta e Caserta. Tenore di vita: Milano apre la classifica del tenore di vita, confermando il piazzamento già conseguito lo scorso anno. Seguono Trieste (in settima posizione lo scorso anno), Bologna (al 38esimo posto nella passata edizione) e Varese (che conferma il terzo piazzamento conseguito nel 2013). La novità dell’attuale edizione è l’outsider Livorno, che ottiene il 13esimo posto con un balzo di 42 posizioni rispetto allo scorso anno. In fondo si trovano Matera, Messina e Lecce.

 

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