Il nostro premier ha pensato ai bambini di Taranto dilazionando fino all’impossibile i tempi di applicazione di un’AIA già abbondantemente annacquata? Ha pensato ai bambini di Taranto quando ha dichiarato la necessità del salvataggio di un’azienda, vecchia, obsoleta e inquinante perché strategica per il Paese? Ha pensato ai bambini di Taranto quando ha dichiarato senza tentennamenti l’ineluttabilità della realizzazione del progetto Tempa Rossa, con un aggravio del 12% di emissioni non convogliate, in una città che già presenta un saldo positivo del 25% in più di mortalità infantile su base nazionale ?
Il richiamo ai bambini di Taranto appare in questo contesto quanto mai strumentale ed ha l’amaro sapore di una beffa per tutti quelli, che come noi, conoscono il dolore, la rabbia, la frustrazione dei genitori di tante vite spezzate sul nascere. I bambini di Taranto non sono numeri asettici, hanno nomi, occhi, facce e voglia di crescere e giocare come tutti i bambini del mondo, perché in questa città sin dal 2010 è persino negato loro questo diritto da un’ordinanza del Sindaco Ippazio Stefàno (il principio chi inquina paga questo sconosciuto). Se veramente il nostro premier avesse voluto pensare ai nostri bambini, sarebbe stato certamente più logico e opportuno incontrare ed ascoltare i pediatri di Taranto che attendono ancora almeno una sua telefonata.
Vittoria Orlando – Giovanni Carbotti (coportavoci del Movimento civico Taranto Respira)
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