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Olio di qualità necessario per il successo dell’olivicoltura pugliese

Si è tenuto a Roma, presso il CNEL, l’incontro “Olivicoltura anno zero. Si riparte” organizzato dal Ceq Italia (Consorzio Extravergine di Qualità) alla presenza di Aipo, Unapol, Unasco, Federolio, Monini, Agrinsieme, produttori di olio e Di Genova del Ministero dell’Agricoltura. Tema dell’incontro è stato il rilancio del decreto ministeriale che istituisce il Sistema Qualità Nazionale per l’Olio di Oliva, un progetto punto di svolta per l’olivicoltura italiana che è stato osteggiato da alcune regioni che nei tavoli di concertazione con il Governo hanno fatto saltare l’accordo.

Ogni giorno diviene sempre più impellente la necessità di un piano olivicolo nazionale, realizzato con la collaborazione del Ministero dell’Agricoltura, delle organizzazioni di categoria e con gli enti di ricerca, ovvero le università, il Cnr, il Cra, le quali oggi purtroppo erano assenti – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera che, con il collega umbro Filippo Gallinella, ha preso parte alla tavola rotonda organizzata dal Ceq Italia -. La strada indicata nella riunione odierna è quella utile per una svolta definitiva nel settore olivicolo pugliese e nazionale. Per questo, chiediamo a gran voce all’assessore Nardoni, rappresentante di tutti gli assessorati all’agricoltura nella Conferenza Stato-Regioni, di chiudere l’accordo e fare in modo di emanare quanto prima il decreto ministeriale che istituisce il Sistema Qualità Nazionale per l’Olio di Oliva. La Puglia, come l’intera Italia, ha bisogno di un piano olivicolo – continua L’Abbate (M5S) -.

Lo stesso affaire Xylella è figlio di contributi PAC (politica agricola comune) conferiti senza alcun indirizzo, senza alcun obiettivo da raggiungere quando, piuttosto, andrebbero dati a chi produce olio di qualità. Ora piangiamo le conseguenze del caso Xylella perché non vi sono stati interventi agronomici corretti. Al contempo, serve un’educazione alimentare che parta dai più piccoli. A cosa serve produrre olio buono e di alta qualità se poi nessuno è in grado di riconoscerlo ed apprezzarlo? Solo se abituato sin dall’infanzia, un bambino saprà scegliere da grande un olio decente, preferendolo a quello di bassa qualità che ritroviamo spesso sui banchi dei supermercati. L’olio extravergine di oliva, del resto e come gli stessi orientali ci insegnano dimostrando una cultura talvolta maggiore della nostra, – conclude il deputato pugliese 5 Stelle – è come un medicinale ed è alla base della dieta mediterranea: se sbagli olio, sbagli tutto”.

All’assessore all’agricoltura Nardoni viene, dunque, richiesto di rilanciare il tavolo con il Ministero in Conferenza Stato-Regioni affinché vengano superati gli ostacoli posti di alcune regioni italiane. A tutelare le specificità locali vi sarebbero infatti le Dop, mentre l’SQN sarebbe un sistema di qualità nazionale in grado di dare il giusto valore alle produzioni di alta qualità di olio extravergine di oliva.

 

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