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Greenpeace di nuovo in azione: “Il futuro è rinnovabile”

ROMA  – Ieri mattina 20 attivisti di Greenpeace hanno composto con delle lettere giganti la scritta “È tempo di cambiare! Il futuro è rinnovabile” presso le linee di Nazca, uno dei siti più famosi del Perù. Se il messaggio delle linee di Nazca è oggi per noi un mistero, quello diretto ai leader mondiali riuniti a Lima in occasione della Conferenza ONU sul clima è chiaro: fermate i cambiamenti climatici! Ministri e capi di governo sono riuniti a Lima per discutere su cosa fare per salvare il clima del Pianeta, mentre drammatici eventi climatici hanno causato l’evacuazione di oltre un milione di persone nelle Filippine.

«Mentre per il terzo anno consecutivo il popolo delle Filippine viene colpito da eventi meteorologici estremi, i negoziati alla COP20 non riescono a produrre niente di utile per contrastare i cambiamenti climatici», dichiara Kumi Naidoo, Direttore Esecutivo di Greenpeace International, che in queste ore è nelle Filippine per portare testimonianza degli effetti del tifone Hagupit e dimostrare solidarietà al popolo filippino. «I delegati dovranno fare i conti con le proprie coscienze e trovare il coraggio necessario per imboccare una strada che ci porti verso la fine dell’era dei combustibili fossili e verso un futuro di energia 100 per cento rinnovabile. Il popolo delle Filippine si attende questo, e non merita nulla di meno».

Il tifone Hagupit, il più forte ad abbattersi sulle Filippine quest’anno, ha già causato l’evacuazione di oltre un milione di persone. È la terza volta in tre anni che l’arcipelago filippino viene colpito da un tifone durante la conferenza ONU sui cambiamenti climatici, dopo Pablo/Bopha nel 2012 e Yolanda/Haiyan nel 2013.

«Non dovrebbe essere più permesso a nessuno di accumulare profitti distruggendo il clima e mettendo a rischio la sopravvivenza di intere popolazioni, come sta accadendo in questi giorni nelle Filippine», continua Naidoo. «Al prossimo summit sul clima, a Parigi nel 2015, i governi dovrebbero decidere di investire i profitti realizzati da chi ha fatto soldi con i combustibili fossili per combattere il cambiamento climatico», conclude.

Alcuni tra i più grandi emettitori di gas serra – come UE, Cina e Usa – hanno presentato nel corso dell’anno i propri piani di riduzione delle emissioni. Piani purtroppo non ancora sufficienti per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto del limite di 2°C, considerato come gestibile. Greenpeace continua a chiedere azioni forti e concrete per una rapida transizione verso un futuro 100 per cento rinnovabile al 2050, iniziando prima di tutto con la dismissione degli impianti a carbone.

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