L’Italia di oggi è questa e l’Ilva, anche sotto gestione commissariale, è lì a ricordarci quanto falsa e ipocrita sia una certa politica. I lavoratori del Comitato si erano messi a disposizione per accompagnare la commissione laddove mai li avrebbero portati i dirigenti e i capi reparto. Eravamo fuori ai cancelli della fabbrica questa mattina, speranzosi che uno Stato serio non avrebbe ridotto al silenzio chi da anni denuncia, a ragione secondo le inchieste della Magistratura, le vergogne di quella produzione industriale. È stata una attesa inutile, anche questa volta. Sono giorni, d’altronde, che dentro la fabbrica si preparavano a questo evento. Pulizie straordinarie; tutto tirato a lucido lungo il percorso prescelto. L’ennesima occasione persa per lo Stato e per i politici che compongono la commissione, troppo timidi evidentemente per pretendere di scendere da quell’autobus e andare a vedere con i propri occhi quello che accade nella vera Ilva di Taranto.
Non è stata solo la commissione, però, ad aver fatto un viaggio inutile stamane all’interno del siderurgico. Da sempre, d’altronde, la storia degli impianti ionici intreccia la politica al sindacato in un turbine di terribili responsabilità. Oggi non è stata da meno. Si è tenuta, infatti, una assemblea, ufficialmente sul “job act”, alla quale ha preso parte il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso. L’incontro ha interessato solo alcuni reparti nei quali, coincidenza davvero eccezionale, non lavora nessun componente di questo Comitato. Nonostante ciò siamo riusciti ad essere presenti ma appena qualcuno di noi ha provato a prendere la parola è stato prontamente fermato. I Liberi e Pensanti non devono parlare, tanto con la politica quanto con gli altri lavoratori. Devono essere emarginati, ridotti al silenzio, resi innocui. Affinchè la farsa continui. Affinché i lavoratori restino illusi che prenderanno lo stipendio fino alla pensione. Affinché a pagare, alla fine di tutto, siano solo i cittadini italiani. Politica e sindacati, un’unica grande finzione che vuole risolvere i problemi utilizzando le stesse medicine che li hanno causati. Una vergogna italiana senza precedenti.
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