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Greenpeace, in Perù attivisti proiettano messaggio in favore del solare

MACHU PICCHU (PERÙ) A poche ore dall’inizio del summit delle Nazioni Unite sul clima, che si terrà a Lima dal primo al 12 dicembre, sette attivisti di Greenpeace hanno proiettato il messaggio “Act for climate! Go solar!” sul Monte Wayna Pikchu, per sollecitare lo stop definitivo all’era del carbone e del petrolio, in favore delle energie rinnovabili. Greenpeace chiede ai ministri dei 194 Paesi che parteciperanno alla COP20 – la ventesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico – di iniziare un nuovo corso, che ci porti verso un futuro di energia al 100 per cento rinnovabile per tutti al 2050. Gli attivisti, provenienti da diverse nazioni, nelle prime ore del mattino in Perù hanno scalato i 3 mila ripidi gradini del sentiero che porta a Machu Picchu. Il messaggio è stato proiettato in inglese, spagnolo, portoghese, tedesco, francese e hindi.

«Abbiamo scelto un luogo simbolico come il Tempio del Sole a Machu Picchu per lanciare un messaggio al mondo intero: l’energia solare è il nostro futuro», afferma Luca Iacoboni, responsabile Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Chiediamo a tutti i politici riuniti a Lima di sfruttare la più grande fonte energetica del Pianeta, il sole, per risolvere la crisi climatica globale, le cui conseguenze sono ormai sempre più evidenti anche in Italia. Il mondo intero sta osservando, è il momento giusto per agire».

Il recente accordo Cina-USA e gli obiettivi fissati dall’UE al 2030 sono un segnale importante, ma non bastano. Sono solo il punto di partenza per raggiungere un impegno globale verso un futuro di energia pulita. Per questo Greenpeace chiede a tutti i più grandi emettitori di gas serra presenti alla COP 20 di Lima – tra cui anche l’UE – di prendere impegni più ambiziosi al 2025, per accelerare la transizione energetica verso un futuro 100 per cento rinnovabile al 2050. Gli impegni presi dovranno essere incrementati ogni cinque anni, per assicurare responsabilità politica e sviluppo tecnologico.

I negoziati andranno avanti per i prossimi dodici giorni e produrranno un testo che dovrebbe diventare la base delle trattative per la conferenza del prossimo anno a Parigi. La conferenza di Lima ci fornirà dunque un primo segnale circa quello che potrà poi essere l’accordo di Parigi, in termini di dismissione graduale delle centrali a carbone, di livello di sviluppo delle energie rinnovabili, e di supporto finanziario e tecnologico per le economie meno sviluppate.

«Per garantire che il prossimo anno a Parigi venga raggiunto un accordo ambizioso e globale, abbiamo bisogno di una leadership forte da parte dell’Europa. E L’Italia, che in quanto Presidente di turno dell’UE ha il compito di rappresentare a Lima milioni di cittadini europei, deve puntare sulle rinnovabili, e non sulle trivelle come vuole fare il governo Renzi», continua Iacoboni. «I cambiamenti climatici sono una realtà sempre più grave in tutto il mondo, e sono ormai un problema sempre più ricorrente anche nel nostro Paese, che quindi ha tutto l’interesse a puntare in modo deciso su efficienza e rinnovabili», conclude.

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