Certo, desta una qualche perplessità il fatto che gli istituti di credito abbiano deciso di concedere la seconda trance del prestito ponte, anche a fronte del fatto che il commissario Gnudi nell’incontro di venerdì scorso si sia presentato a mani vuote: senza dunque quell’offerta vincolante (da parte dei gruppi interessati all’acquisto dell’Ilva) che per gli istituti di credito, secondo l’accordo raggiunto lo scorso settembre tra Gnudi e le banche per il prestito ponte, era la ‘condicio sine qua non’ per concedere la seconda trance del prestito. Anzi: venerdì scorso Gnudi non ha portato con sé nemmeno un’offerta non vincolante, una semplice manifestazione d’interesse, da parte dei gruppi interessati a rilevare la maggioranza delle azioni del capitale sociale dell’Ilva, il cui 87% è ancora nelle mani del gruppo Riva.
L’offerta non vincolante, almeno quella inerente al tandem formato dal colosso franco-indiano ArcelorMittal e dal gruppo mantovano Marcegaglia, potrebbe arrivare entro la fine del mese. Più complicato invece fare previsioni sulle mosse del gruppo Arvedi, che potrebbe essere affiancato da un intervento indiretto della Cassa Depositi e Prestiti intorno ai 2-300 milioni di euro, che tra l’altro ha perso per strada la compagnia brasiliana CSN (Companhia Siderurgica Nacional): secondo fonti ben informate del mondo finanziario, pare infatti che il gruppo brasiliano se la sia data a gambe levate una volta appurati i costi dell’operazione. Sia come sia, il Natale per i lavoratori Ilva e per Taranto sarà alquanto sereno. Vi avevamo detto di essere fiduciosi. Auguri.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 22.11.2014)
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