Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Confindustria Taranto
Senza voler entrare per l’ennesima volta nelle peculiarità dell’intervento, focalizzate in precedenti occasioni, va infatti sottolineato come per la prima volta il progetto Tempa Rossa – analizzato, sia pure indirettamente, attraverso la discussione della delibera del consiglio comunale che di fatto ne inibisce la realizzazione – sia stato, almeno in via preliminare, oggetto di una valutazione da parte di un organismo collegiale, composto da diversi soggetti portatori di istanze ed interessi diversificati, qual è la Consulta dello Sviluppo.
Il metodo è quello che invochiamo da tempo, perché convinti, come già espresso in altre occasioni, che un ente pur fondamentale come il Comune di Taranto non possa esprimersi in totale solitudine (sul piano istituzionale, ferme restando le diverse istanze delle varie realtà territoriali) su una questione che attiene lo sviluppo del porto, della città, di un territorio composito come quello jonico. Abbiamo detto più volte che dire pregiudizialmente “no” ad un progetto è un atteggiamento che non porta alcun tipo di vantaggio alla comunità, così come lo potrebbe essere un “sì” pregiudiziale e non frutto di attente e scrupolose valutazioni.
Ecco perché riteniamo che dall’Amministrazione Provinciale sia arrivato un segnale importante, che va colto nella sua interezza e nel suo significato reale, che certo non è quello di mettere in atto un braccio di ferro istituzionale di cui proprio la città non ha bisogno. La volontà espressa dal Presidente Tamburrano, peraltro, va nella direzione di andare oltre il tavolo della Consulta allargando la concertazione all’assemblea dei sindaci, a parlamentari, consiglieri regionali oltre che ai soggetti già contemplati – in cui figurano anche Camera di Commercio e Authority – dall’organismo presieduto dall’Ente Provincia.
Diverse volte abbiamo fatto presente – e lo ribadiamo – che quello che la città e la sua provincia esprimeranno in merito a Tempa Rossa – o a qualsiasi altro progetto rilevante per il territorio – dovrà far sentire il suo “peso specifico” rispetto alle valutazioni che potrebbero arrivare, in merito, dal Governo centrale, che potrebbero essere di segno diverso. Non basta, pertanto, in tal senso, contare su una maggioranza raffazzonata di un consiglio comunale, né contare sugli interventi frammentati di esponenti politici i cui orientamenti risultano spesso essere di carattere personale prima ancora di rappresentare le istanze del partito di appartenenza.
Crediamo che la questione meriti altro, e che il territorio si possa esprimere anche sulle legittime richieste –royalties e non solo – che potrebbero essere avanzate prima ancora di prevedere l’esito effettivo della complessa partita. Il rischio, caso contrario, è che tutto sia affidato alle decisioni prese dall”alto”, senza alcun margine di intervento da parte degli attori locali, e soprattutto in assenza di un briciolo di ricaduta – in termini di investimenti, di benefici, di ulteriore occupazione – per una realtà territoriale che ha già pagato e continua a pagare i suoi pesanti dazi in nome di uno sviluppo possibile.
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