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Italcave, Legambiente chiede indagini sulla gestione della discarica

Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato si è pronunciato sul ricorso presentato dall’Italcave avverso una diffida della Regione Puglia del lontano 2011. Diffida con cui si imponeva una sospensione del conferimento in questa discarica, regolato da un protocollo di intesa tra le due regioni (45 mila ton.), dei rifiuti provenienti dalla Campania per far fronte all’emergenza in corso in questa regione. NOE e Polizia provinciale avevano denunciato come le operazioni di trasporto e conferimento dei rifiuti non fossero rispettose delle severe norme imposte dallo stesso accordo.

Il traffico dei rifiuti, tra le proteste di Legambiente e dei cittadini di Statte, era però proseguito per la sospensiva della diffida, ottenuta in prima istanza dall’Italcave da parte del TAR del Lazio.  Il successivo pronunciamento dello stesso TAR ha però dato torto all’Italcave. Sentenza di recente confermata anche in via definitiva dal Consiglio di Stato. “Si tratta di una sentenza della massima importanza” sostiene Leo Corvace di Legambiente “poiché sancisce che i rifiuti urbani, anche trito vagliati ma non stabilizzati, non mutano la loro caratteristica originaria e quindi non rientrano nel regime dei rifiuti speciali per i quali non vige l’obbligo di smaltimento presso il proprio ATO di appartenenza. Una tesi, questa, già sostenuta a suo tempo da Legambiente, Regione e Polizia provinciale”.

La sentenza del Consiglio di Stato chiarisce infatti come “la mancata stabilizzazione della frazione umida trito vagliata rende inefficace il trattamento (ndr. di trito vagliatura) e non consente di soddisfare le esigenze di tutela ambientale richieste dal dettato comunitario e nazionale, generando un flusso di rifiuti con caratteristiche chimico – fisiche e biologiche che, per carico organico ed emissioni odorigene, risulta egualmente se non più problematico dal punto di vista gestionale e di trasporto, rispetto al rifiuto indifferenziato al trattamento…”.  Si delinea un contesto preoccupante in merito alla  gestione dell’Italcave e delle altre discariche di rifiuti speciali della provincia, che porta  Lunetta Franco, presidente del circolo di Taranto, ad affermare : “Alla luce di questa sentenza ci si chiede quanti rifiuti urbani in luogo di quelli speciali siano stati in questi anni smaltiti presso questi impianti e con quali ripercussioni su salute ed ambiente”.

Legambiente, tramite i suoi due esponenti, chiede alle autorità competenti l’effettuazione di indagini e controlli volti ad accertare l’eventuale sussistenza di irregolarità nella gestione dell’Italcave e delle altre discariche per rifiuti speciali della provincia in relazione ai dettami di questa sentenza del  Consiglio di Stato. Gli eventuali risvolti di natura penale ed amministrativa devono necessariamente tradursi in revisione di autorizzazioni ed AIA concesse ai gestori.

 

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