Queste risorse dovranno essere utilizzate per realizzare le bonifiche di tutte le aree contaminate dalla diossina e dai veleni dell’Ilva. Questa norma consentirebbe di sequestrare i beni dei Riva in Italia e anche all’estero nonché titoli azionari, come ad esempio le quote Alitalia. Il parlamento può e deve approvare una norma di questo genere come del resto lo ha fatto approvando la norma del decreto 61/2014 che ha previsto l’uso delle risorse sequestrate ai Riva dal tribunale di Milano per applicare l’AIA agli impianti del siderurgico di Taranto. A Taranto non si sta applicando il principio chi inquina paga previsto dalla direttiva europea 2004/35/CE. Ancora oggi le bonifiche a Taranto non si fanno e forse non si faranno mai.
Il costo previsto da Arpa Puglia è d 5 miliardi di euro. Mettere a posto gli impianti dei proprietà dei Riva con i soldi dei Riva non è applicare il principio chi inquina paga, e tantomeno fare le bonifiche, perchè le terre , le acque e la vita di Taranto continuano ad essere disseminati di veleni. La norma proposta potrà dare certezza di avviare le bonifiche, in caso contrario il disastro ambientale verrà lasciato a Taranto come un monumento a futura memoria. Un monumento che continuerà ad inquinare la vita delle future generazioni.
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