Com’è noto, la Corbelli è operativa da fine agosto, anche se la nomina risale a luglio. Da allora, però, si attendeva il “via libera” alla divulgazione dello studio. La sua richiesta di ulteriore tempo, al fine di approfondire alcuni aspetti dello studio, aveva generato anche una polemica a distanza con il direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, intenzionato a divulgarlo quanto prima. Ora, però, il clima è cambiato, come confermato a InchiostroVerde dallo stesso Assennato: “Gli animi si sono rasserenati. La Corbelli firmerà la liberatoria che ci permetterà di trasmettere lo studio a chi ha presentato richiesta di accesso agli atti”. Per ora, comunque, non è stato fissato alcun evento aperto al pubblico per la presentazione del lavoro, cosa che era stata annunciata nei mesi scorsi.
Oltre ad Assennato, al direttore scientifico di Arpa Massimo Blonda, e al dirigente ambientale Nicola Ungaro, era presente anche Nicola Cardellicchio, direttore dell’Istituto Talassografico “Cerruti” di Taranto. «Lo studio di Arpa Puglia è completo e non è l’unico – ha dichiarato a InchiostroVerde – abbiamo anche lo studio “Ritmare” e altri lavori compiuti dal Cnr negli ultimi cento anni. Abbiamo una conoscenza vasta e approfondita. Ora bisogna soltanto passare ai fatti. A mio avviso, bisognerebbe coinvolgere in un tavolo istituzionale tutte le parti interessate: dal Comune alla Marina Militare, che ha le sue responsabilità nell’inquinamento del primo seno, fino ad arrivare ai mitilicoltori, che hanno patito i maggiori danni. Bisogna decidere, una volta per tutte, quale destinazione d’uso si vuole dare al mar Piccolo». Una scelta che ha valenza strategica per l’intera comunità ionica.
Alessandra Congedo
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