Ne avevamo già parlato in un articolo che potete leggere qui. A distanza di qualche giorno, torniamo sull’argomento perché l’audizione ha fatto emergere anche altri aspetti interessanti riguardanti il mar Piccolo che non vanno assolutamente ignorati. A partire dal fatto sconcertante che l’Ilva usi “32 pozzi di acqua sotterranea con concessioni ormai scadute”, cosa che la Corbelli ha voluto precisare ben due volte ai parlamentari. Ma, il commissario ha detto anche altro.
«L’Aia Ilva – ha evidenziato – prevede prescrizioni che riguardano soprattutto l’aria e il suolo, invece bisogna andare oltre e considerare anche l’inquinamento delle due falde (quella superficiale risulta già compromessa, ndr) e controllare i cinque scarichi presenti, due dei quali sono dell’Ilva, con un monitoraggio in continuo. Bisogna capire anche gli effetti dell’idrovora del siderurgico che potrebbe comportare dei problemi”.
La Corbelli ha dichiarato di essere stata più volte in città da quando ha ricevuto l’incarico (fine luglio): “E’ un territorio rovinatissimo, basta camminarci per rendersene conto. Spero che in futuro a Taranto vengano destinati dei fondi per creare un laboratorio ambientale a cielo aperto in cui studiare tutte le componenti dell’Ambiente. Bisogna far nascere qualcosa li, anche per creare occupazione”. Intanto, però, c’è da fare i conti con le problematiche contingenti, legate al suo ruolo di commissario. Durante l’audizione, la Corbelli ha espresso grande preoccupazione per la carenza di risorse, mezzi e personale con cui deve confrontarsi quotidianamente: “Da parte mia c’è la passione e la voglia di lavorare per il territorio, ma quanto può durare?”. Una problematica fatta presente anche al ministro dell’Ambiente. Insomma, al momento non sembra che ci siano le premesse per essere particolarmente ottimisti.
Alessandra Congedo
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